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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Bancarotta fraudolenta e reati tributari, sequestri per imprenditori del settore lattiero/caseario

Disposto il sequestro preventivo di un complesso aziendale costituito da un caseificio con sede a Maniace e da 7 supermercati presenti in vari comuni della provincia etnea (Bronte, Randazzo, Adrano, Paternò, Maletto e Misterbianco)

I finanzieri del comando provinciale della guardia di finanza di Catania hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari e reali emessa dal Gip del Tribunale etneo nei confronti di 2 persone sottoposte alla misura degli arresti domiciliari per bancarotte fraudolente (patrimoniali e documentali) e reati tributari (sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte) connessi alla gestione di società operanti nella produzione e commercializzazione di prodotti lattiero/caseari sull’intero territorio nazionale, anche per la grande distribuzione, nonché della gestione diretta di supermercati a marchio proprio. Con lo stesso provvedimento è stato disposto il sequestro preventivo di un complesso aziendale costituito da un caseificio con sede a Maniace e da 7 supermercati presenti in vari comuni della provincia etnea (Bronte, Randazzo, Adrano, Paternò, Maletto e Misterbianco), nonché delle quote sociali e dell’intero patrimonio aziendale di 2 società (comprendenti beni immobili, mobili, disponibilità finanziarie, avviamento, crediti, articoli risultanti dall’inventario, beni strumentali, nonché tutte le eventuali autorizzazioni all’esercizio delle attività commerciali nonché ogni altro bene), per un complessivo valore stimabile in 1 milione di euro, tutti oggetto di condotte distrattive.

Sequestro Tilenni

Le indagini condotte dalla guardia di finanza

Le indagini investigative, condotte dalla sezione di polizia giudiziaria della guardia di finanza presso la Procura e dalla compagnia di Catania, sotto la direzione del gruppo di magistrati della Procura specializzati nel contrasto ai reati fallimentari e tributari, hanno rivelato l’esistenza di un collaudato sistema fraudolento posto in essere da un gruppo familiare di imprenditori, finalizzato alla sottrazione del pagamento imposte per un valore complessivo superiore a 3 milioni di euro e la contestuale elusione di procedure esecutive e concorsuali. Tale sistema fraudolento è stato posto in essere dagli amministratori di fatto e di diritto delle varie società coinvolte, in persona dei fratelli Antonio Tilenni (classe 1969) e Sebastiano Tilenni (classe 1970), entrambi destinatari della misura cautelare degli arresti domiciliari, nonché di Maria Pia Tilenni(classe 1994 e figlia di Antonio), quest’ultima indagata per il reato di bancarotta fraudolenta.

L’indagine delle fiamme gialle etnee, inizialmente si è focalizzata sulla disamina degli atti caratterizzanti la gestione della “Latticini srl - già Tilenni srl” - dichiarata fallita il 28 marzo 2019, nonché delle ulteriori società - tutte facenti capo, a vario titolo, al medesimo contesto imprenditoriale costituito da componenti la famiglia Tilenni – alle quali nel tempo sono state conferite e suddivise le attività aziendali inizialmente in capo alla fallita Latticini, costituite nello specifico da un caseificio e da sette punti vendita nella provincia di Catania. Mediante la stipula di appositi atti di “Locazione e sub-locazione di rami d’azienda”, la fallita “Latticini srl” ha provveduto a cedere in affitto tutti i beni di sua proprietà privandosi della propria capacità di produrre e divenendo, nel concreto, una scatola vuota ovvero un contenitore di soli debiti tanto da divenire inattiva ed essere posta in liquidazione.

Di contro le nuove entità giuridiche, tutte riconducibili al medesimo contesto imprenditoriale, in pratica hanno ottenuto dalla “Latticini” ormai prossima al fallimento - che ha tentato invano di scongiurare trasferendo la propria sede a Ragusa al pari di altre società facenti capo sempre alla famiglia Tilenni - gli elementi patrimoniali positivi, acquisendoli a condizioni economiche di assoluto vantaggio, a danno dell’Erario, degli enti previdenziali e delle banche che sono rimasti, nei fatti, gli unici creditori non soddisfatti. "Gli elementi accertati nel corso delle attività investigative, hanno dato contezza di un sistema imprenditoriale posto in essere con sistematica violazione delle leggi tributarie, evidenziando un’artificiosità di meccanismi illeciti e la loro riproposizione costante nel tempo mediante la costituzione e l’utilizzo di nuove società e il contestuale abbandono delle vecchie bad company allorquando queste ultime erano eccessivamente gravate da debiti", si legge nella nota.

Le misure cautelari

I finanzieri di Catania hanno complessivamente provveduto ad eseguire: misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti degli “amministratori di fatto e di diritto“ della fallita “Latticini srl” in persona dei fratelli Sebastiano Tilenni (classe 1970) e Antonio Tilenni (classe 1969); sequestro preventivo di 1 complesso aziendale costituito da un caseificio sito in Maniace e da 7 supermercati ubicati nei comuni di Bronte, Randazzo, Adrano, Paternò, Maletto e Misterbianco; i beni aziendali ora affidati ad un amministratore giudiziario; sequestro preventivo delle quote sociali e dell’intero patrimonio aziendale della “Tilenni srl”, con sede Maniace e “Tilenni commerciale.”, con sede Bronte via Simeto s.n.c.; i beni aziendali ora affidati ad un amministratore giudiziario; L’articolata indagine ha dunque consentito di far luce su un sistema illecito posto in essere dai componenti la famiglia Tilenni i quali, adottando fittizi “negozi giuridici” in favore di entità giuridiche sempre a loro riconducibili, riuscivano sistematicamente a frodare sia l’Erario che le procedure fallimentari, rendendo vana qualsiasi azione di recupero. Tale vantaggio competitivo criminale, frutto di sistematiche distrazioni degli asset patrimoniali più redditizi, consentiva al gruppo imprenditoriale indagato di continuare a operare nel mercato di riferimento in costante dispregio agli obblighi di legge, frodando il Fisco, gli enti assistenziali e quelli previdenziali nonché arrecando danni economici alle concorrenti operanti nel medesimo segmento commerciale.

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