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Cronaca

Terrorismo, espulso tunisino in contatto con l'attentatore di Berlino

Il 36enne senza permesso di soggiorno, aveva vissuto per un periodo tra Belpasso e Paternò in un casolare di campagna, svolgendo lavori agricoli. Secondo le indagini condotte dalla Digos di Catania, aveva intrattenuto rapporti di amicizia con Anis Amri

Nella notte dello scorso 2 maggio, dopo una capillare attività svolta negli ultimi mesi dalla Digos di Catania, anche con servizi tecnici delegati dalla Procura della repubblica di Roma nell’ambito delle indagini sulle persone vicine al noto terrorista della strage di Berlino Amri Anis, è stato rintracciato a Torino, il tunisino 36enne Yacoubi Sayed.

L’uomo era partito da Belpasso  nel pomeriggio del 30 aprile e stava cercando di lasciare frettolosamente l'Italia per raggiungere una connazionale residente in Francia che si era già attivata per trasmettergli i fondi necessari per attraversare il confine clandestinamente. Lo straniero, dopo gli accertamenti di rito, è stato accompagnato, nella stessa giornata al Cpr di Torino e il successivo 12 maggio è stato rimpatriato in Tunisia con un volo partito Fiumicino.

Il provvedimento di espulsione, si è reso necessario in quanto il 36enne, irregolare, aveva intrattenuto frequenti rapporti con Amri Anis, non solo nel periodo in cui quest’ultimo viveva in provincia di Catania, ma anche quando il terrorista si era spostato a Latina e nella capitale, da dove era poi partito per la Germania.

Inoltre il tunisino aveva, tra l’altro, fornito una scheda telefonica (a lui intestata) ad Amri Anis quando  era stato dimesso dal Cie di Caltanissetta e tramite la quale aveva intrattenuto frequenti rapporti. Tra i contatti emersi durante la permanenza di Yacoubi a Paternò-Belpasso, vi è anche quello con altro tunisino, attualmente domiciliato a Berlino, anch’esso amico di Amri, indicato, nell’ambito del medesimo contesto investigativo, come elemento vicino a posizioni integraliste, tanto che la sua abitazione era stata già perquisita dalla Digos di Catania lo scorso 3 gennaio.

Yacoubi Sayed era entrato in contatto anche con il connazionale Ben Brahim Tarak, residente a Ragusa, espulso dal territorio nazionale nel luglio 2015 sia per i diversi precedenti penali in materia di stupefacenti, sia perché durante la perquisizione nel suo domicilio è stato trovato un manoscritto contenente versi estrapolati dal Corano inneggianti all’ortodossia islamica, senza considerare che anche lui era entratoin contatto con Amri durante la permanenza presso il Cie di Caltanissetta dove avevano stretto amicizia.

Il tunisino prima di allontanarsi nella giornata dello scorso 30 aprile in compagnia di una connazionale risultata estranea alle indagini, viveva in un piccolo casolare nell’entroterra di Belpasso, svolgendo saltuari lavori agricoli in quelle campagne, mantenendo una condotta molto riservata e utilizzando, diverse applicazioni di messaggistica con traffico dati, per eludere eventuali attività investigative delle forze dell’ordine.

LE IMMAGINI DEL BLITZ NEL CASOLARE - VIDEO

Così il 2 maggio personale della Digos etnea ha effettuato una perquisizione anche nell' abitazione di Belpasso, nel corso della quale è stata acquisita documentazione cartacea al vaglio degli inquirenti della Questura, ai fini della prosecuzione delle indagini. L’allontanamento repentino dell'uomo - che fino al giorno precedente parlava al telefono di lavori a lui commissionati - è da ricondursi verosimilmente alla notizia appresa dallo straniero del recente rimpatrio, sempre a seguito di indagini della Digos di Catania, dell’egiziano Omar Ashraf Mohamed Gamaleldin Mohamed Aly, come noto anche lui in contatto con l’attentatore di Berlino e, indirettamente, anche con lo stesso Yacoubi.

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