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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Blitz antimafia contro i Cursoti Milanesi, una ventina gli arrestati

Una ventina di appartenenti al clan dei 'Cursoti milanesi' sono stati arrestati dalla polizia di Catania nell'ambito di un'inchiesta della Procura distrettuale che ipotizza i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, tentato omicidio e reati in materia di armi

Nuova operazione antimafia a Catania. Il Gip ha firmato su richiesta della Dda 27 ordini di arresto(video) contro esponenti del gruppo criminale dei cosiddetti "Cursoti milanesi", che operava a Catania negli anni '80 e '90 ed era legato al boss Gimmy Miano.

I NOMI DEGLI ARRESTATI

A vario titolo i reati ipotizzati sono quelli di associazione mafiosa, traffico di droga ed estorsione(video). Scoperti anche i retroscena del ferimento di Orazio Pardo avvenuto il primo ottobre 2009, un agguato che segnò la frattura fra i "Cursoti milanesi" capeggiati da Rosario Pitera', arrestato nel frattempo, e quella della cosca Cappello della quale Pardo faceva parte. Fondamentale il ruolo dei pentiti(video) nello svolgimento delle investigazioni, come sottolineato dal pm Pasquale Pacifico della DDA di Catania.

L'operazione trae origine dalle dichiarazioni di alcuni pentiti di mafia. L'operazione e' stata condotta dalla polizia di Stato.

L'inchiesta ha confermato la contrapposizione tra il clan Cappello-Bonaccorsi e la cosca dei Cursoti, con l'ascesa al vertice dei fratelli Carmelo e Francesco Di Stefano, culminata con il tentato omicidio nel 2009 di Orazio Pardo, elemento rivale di spicco. Per quell'agguato sono stati gia' condannati Francesco Di Stefano, Michele Musumeci e Rosario Angri'. Adesso sono accusati, come esecutori materiali, anche Carmelo Di Stefano e Filippo Scaglione. L'episodio e' ritenuto lo spartiacque della guerra di mafia tra i due gruppi che si contendevano un'estorsione a imprenditore edile che pagava 4.000 euro a uno dei dei clan, e altri 5.000 all'altro.

Le indagini hanno consentito di riscontrare la piena operativita' sul territorio della cosca dei Cursoti milanesi, ai cui vertici sarebbe emerso Rosario Pitara', e di "mappare" l'organizzazione, suddivisa in 6 squadre: rione Nesima-San Berillo, a capo della quale vi erano i capi della cosca; San Giovanni Galermo, dove operava Antonio Nigito; San Giorgio-Villaggio Sant'Agata, guidata da Sebastiano Solerino; piazza Carlo Alberto, sotto il controllo di Mario Tosto, che per conto del clan si occupava delle estorsioni agli esercenti del mercato; San Cristoforo, a cui capo vi era Salvatore Francesco De Luca; Librino, a cui capo vi era Mario Russo.

Tra i reati piu' importanti, sul fronte economico, vi era lo spaccio di stupefacenti. In alcune zone, come nelle "piazze di spaccio" di viale Moncada del rione Librino vigeva una 'pax' tra clan rivali, nella zona di San Giovanni Galermo, invece, la concorrenza era agguerrita. E nell'ambito di questa faida la notte del Capodanno del 2012 sono stati feriti con colpi d'arma da fuoco tre giovani appartenenti a fazioni contrapposte. La 'gestione' dello spaccio di droga e' stato al centro di contrasti anche tra i vertici del gruppo, con Pitara' da una parte e i fratelli Di Stefano dall'altra.

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