Bronte, il sindaco Calanna e la consulenza da 20mila euro
Dalle carte del gip viene fuori l'episodio in cui il sindaco Calanna avrebbe spinto per l'inserimento di un costo aggiuntivo per il Comune, da far arrivare ad un 'soggetto amico' per la realizzazione di centrali idroelettriche a Bronte
La vicenda dell'ormai sospeso sindaco di Bronte, Graziano Calanna, è semplice: una 'piccola' storia di meccanismi noti per chi conosce le dinamiche dei reati contro la Pubblica Amministrazione. Il reato di 'istigazione alla corruzione', che la procura di Catania contesta al primo cittadino, fa riferimento all'inserimento di un costo aggiuntivo in un lavoro pubblico che, in tal modo, avrebbe obbligato il Comune ad un maggiore esborso. Una 'consulenza' di circa 20mila euro da affidare a quello che i magistrati definiscono "un soggetto vicino al Calanna".
Ma di cosa si tratta? Il progetto da 'gonfiare' riguardava una proposta di partenariato pubblico-privato (Project Financing su iniziativa di privati) per la manutenzione straordinaria del sistema idropotabile e di riconversione dell'energia, tramite l'installazione di mini centrali idroelettriche lungo le condotte idriche del Comune di Bronte. La procedura di Project Financing, per i non addetti ai lavori, rappresenta un tipo di concessione (alternativa a quella generale del Codice dei Contratti Pubblici) nell'ambito del quale i capitali privati investiti sono ricompensati dai proventi di gestione "in un determinato arco temporale (come nella concessione) ma nella quale il privato - che ha autonomia finaziaria - può costituire una società di progetto che subentra all'aggiudicatario in fase di gestione".
In parole povere, avendo grande autonomia, il privato investe e viene ricompensato dai primi utili che derivano dalla gestione del servizio. In questo meccanismo la stessa ditta finanziatrice può creare un secondo soggetto per la gestione. Il progetto del sistema idropotabile di Bronte - come ricostruisce il gip - che mirava alla produzione di energia da fonti rinnovabili, veniva "sottoscritto il 13 ottobre 2017 dai rappresentanti legali delle società Ghiggia Ingegneria Impioti srl (Stefano Ghiggia) ed Etra srl (di Stefano Urbani), parti di una Ati (Associazione temporane di impresa), e perveniva al Comune di Bronte il 16 ottobre dello stesso anno. Il 20 ottobre, con una nota protocollata, il sindaco di Bronte Graziano Calanna confermava l'interesse alla proposta. Come intermediario tra Comune e impresa compare Concetto Bellia che verrà poi intercettato al telefono con Giuseppe Musmeci, professionista della Idra Rinnovabili srl, partecipata dalle due società dell'Ati.
Secondo la procura, ed in base alle indagini della guardia di Finanza che hanno intercettato alcune conversazioni 'incriminate', in questo interessamento sussistono gravi indizi di colpevolezza a carico di Calanna, in ordine "al reato di istigazione alla corruzione propria". "L'indagato - si legge nell'ordinanza - sollecitava infatti l'imprenditore Urbani a offrirgli come corrispettivo per l'approvazione del progetto l'inserimento di un costo aggiuntivo (sotto forma di una consulenza di 20 mila euro in favore di un soggetto vicino al Calanna), impegnando così il Comune di Bronte per un progetto più oneroso (da qui l'atto contrario ai doveri di ufficio ex ; art. 319 cp richiamato dall'art. 322 cp)".
"La sua sollecitazione (poi non accettata) veniva riferita con sconcerto dal Musmeci al Bellia nella prima conversazione intercettata - continua il gip - veniva confermata dalle successive intercettazioni sullo sviluppo della vicenda (tra l'altro il secondo incontro fra il Musmeci e il Calanna riferito dal primo al Bellia) é dallo stesso richiamo fatto dal Calanna al Bellia (il quale aveva curato i contatti col Comune di Bronte nella fase delle trattative con le imprese) a non scordarsi "della questione" ('non ti dimenticare mai di me, un abbraccio', si sente chiaramente in una telefonata).
Per questo motivo, al momento della decisione sulle misure cautelari da intraprendere, il giudice ha scelto per gli arresti domiciliari nel caso del sindaco Calanna. "Con riferimento all'indagato Calanna - si legge - in relazione alla gravità del fatto ricostruito in un contesto in cui l'indagato risultava aver già sollecitato accordi corruttivi collegati all'esercizio delle sue funzioni - e considerate le perduranti funzioni di sindaco di Bronte, sussiste il concreto e attuale pericolo di reiterazione di reati della stessa specie". "D'altra parte - conclude il magistrato - anche in relazione, al divieto previsto dall'art. 289 cpp di applicare misure interdittive a cariche elettive d'investitura popolare, misura possibile e adeguataa scongiurare il pericolo di recidiva e a recidere il legame con il contesto ambientale risultano gli arresti domiciliari con i divieti di comunicazione conseguenti". Gli altri due indagati - Bellia e Musmeci - non sono stati destinatari di alcuna misura.