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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Buco all'istituto Bellini, inizia il processo: scuola si costituisce parte civile

E' iniziata oggi la prima udienza preliminare per gli imputati coinvolti nella maxi-inchiesta "The Band", alla sbarra per i reati di peculato e riciclaggio. Tra loro anche il padre, la madre, la sorella e lo zio della consigliera comunale Erika Marco

E' iniziata questo pomeriggio la prima tappa del lungo procedimento penale che vede alla sbarra quelli che, secondo le accuse, sarebbero i responsabili dell'enorme buco di bilancio all'interno delle casse dell'Istituto musicale Vincenzo Bellini. Un'udienza brevissima, durata circa mezz'ora, all'interno della quale, davanti al giudice per le indagini preliminari Simona Ragazzi, al pubblico ministero Monia Di Marco e ai legali delle parti, l'Istituto si è costituto parte civile. Il magistrato ha inoltre rinviato al prossimo 20 febbraio 2018 la prossima udienza per consentire ad alcuni degli imputati di risarcire parte delle somme sottratte illecitamente alla struttura. Sarà quella inoltre la sede in cui saranno presentate le richieste di eventuali riti alternativi. 

L'inchiesta della Guardia di Finanza

Sono molto gravi le posizioni dei genitori della consigliera comunale Erika Marco eletta nel Megafono di Rosario Crocetta e poi transitata in Articolo 4, ed oggi nel gruppo Misto. Si tratta di Giuseppa Agata Carrubba, responsabile dell'ufficio ragioneria dell'istituto musicale accusata di avere distratto la cifra più consistente, 5 milioni di euro, anche falsificando la firma del direttore amministrativo su alcuni mandati di pagamento; e di Fabio Antonio Marco, che la Guardia di Finanza rietiene essere tra i promotori dell'organizzazione. La consigliera risulta invece estranea all'indagine.

L'arresto

L’istituto Bellini - stando a quello che si legge nell'ordinanza di arresto - sarebbe stato per Giuseppa Agata Carrubba “una sorta di bancomat personale dal fondo illimitato cui attingere - scrivono gli inquirenti - per ogni esigenza, dall’acquisto di vestiti, di beni mobili e immobili per se' e i familiari e pagare i debiti delle aziende di famiglia”. Sola o in collaborazione con gli altri indagati, la Carrubba, secondo gli investigatori, si sarebbe appropriata della "somma di denaro pari a 3.029.824 euro sottratta dalle casse dell'Istituto Musicale Bellini mediante la predisposizione e sottoscrizione di mandati di pagamento in favore di imprese compiacenti per prestazioni di lavoro per servizi mai resi in favore dell'Istituto Bellini", come si legge nell'ordinanza del Tribunale di Catania.

L'inizio delle indagini

Quello che ricostruiscono i magistrati inquirenti è un fitto intreccio di passaggi di denaro, scoperto dalla guardia di finanza di Catania. I soldi erano di provenienza pubblica ed erano richiesti per il funzionamento e il pagamento degli stipendi e dei contribuiti dei dipendenti dell'Istituto musicale Vincenzo Bellini nel capoluogo catanese. Le indagini sono partite nel 2016 dopo la segnalazione dell'ex presidente del conservatorio Guido Ziccone. L’Ente pubblico si era trasformato, secondo la ricostruzione degli inquirenti, in una sorta di bancomat senza limiti di prelievo per la soddisfazione anche delle più disparate esigenze personali come "viaggi, gioielli e abbigliamento d’alta moda". 

I nomi degli arrestati 

I finanziamenti arrivavano dal Comune e dalla Provincia di Catania con il compito di istruire gli allievi nei vari rami dell’arte musicale. "È stato difficile da ricostruire il disegno criminale - disse il comandante provinciale della Guardia di Finanza Roberto Manna al tempo degli arresti - si svolgeva in due modalità, la prima consisteva nel falsificare firme e quindi ottenere mandati di pagamento compilati con causali differenti. Le spese obbligatorie, come stipendi e pagamento dei contributi, venivano gonfiate, in modo da accantonare negli anni 10 milioni di euro che venivano puntalmente prelevati a proprio nome con la causale generica 'contributi' per cercare di non destare sospetti. Questo ha fatto sì che gli amministratori dell'Ente non si accorgessero dell'enorme buco che si stava creando".

Le parole del sindaco Enzo Bianco

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