Caltagirone, prendono di mira un’azienda vitivinicola: arrestati gli estortori
L'attività investigativa ha avuto inizio nel settembre scorso e si è protratta fino a novembre 2013 a seguito di denuncia-querela presentata dall'imprenditore: ai suoi danni una precisa strategia estorsiva finalizzata ad impedire l'espansione dell'impresa
Ieri, alle primissime luci dell’alba, i carabinieri di Caltagirone, con il supporto di un velivolo del XII nucleo elicotteri, hanno arrestato, Faranda Devid Alexandro, classe 1988, di Sant’Agata di Militello, Faranda Gaetano, classe 1967, di Caltagirone. e P.G., classe 1962, di Caltagirone, tutti ritenuti responsabili a vario titolo di tentata estorsione in concorso aggravata, furto e danneggiamento aggravato in concorso, ed altro.
Nello specifico, l’attività investigativa ha avuto inizio nel settembre scorso e si è protratta fino a novembre 2013, a seguito di denuncia-querela presentata da un imprenditore vitivinicolo di Caltagirone, che ha consentito, grazie ad una mirata attività tecnica basata su intercettazioni telefoniche, riprese video e servizi di osservazione e controllo del territorio, di ricostruire una precisa strategia estorsiva finalizzata ad impedire l’espansione dell’impresa e il conseguente utilizzo dei terreni incolti per il pascolo abusivo.
Alle iniziali minacce verbali seguite da un incendio di un terreno agricolo dell’azienda, che hanno spinto l’imprenditore a denunciare i gravi abusi subiti, i militari hanno evidenziato a carico dei soggetti indicati la commissione dei reati di furto d’uva e di danneggiamento di viti e piante di ulivi (in un occasione di circa trenta piante con un evidente grave danno economico), oltre che di pascolo abusivo all’interno dei vigneti, finalizzati all’acquisizione a titolo gratuito di alcuni terreni agricoli di proprietà dell’azienda fino ad arrivare, vista la coraggiosa resistenza dell’imprenditore, alle minacce agli operai, all’intimidazione mediante posizionamento nel fondo di alcuni paletti di recinzione a forma di croce e infine alla vera e propria richiesta di denaro, opportunamente documentata, che avrebbe fatto cessare le reiterate angherie.