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Cronaca

Campo rom in via Anfuso, serve un piano di interventi e di sicurezza

A chiederlo sono i consiglieri della circoscrizione di “Ognina-Picanello-Barriera-Canalicchio” Alessandro Campisi e Adriana Patella

Per ora in via Anfuso, a pochi passi dall’istituto alberghiero e dal politecnico del Mare, ci sono poche baracche ma tutto il quartiere è cosciente del fatto che presto si potrebbe trasformare in qualcosa di più grande. Una consapevolezza dettata da esperienze di questo tipo già fatte nelle ex fabbriche abbandonate del viale Africa o nei bivacchi vicino a piazza Europa.

Strutture assolutamente fatiscenti, realizzate con materiali di ogni tipo, senza nessuna misura di sicurezza e con i residenti delle palazzine circostanti che segnalano situazioni di estremo degrado per gli occupanti del campo. Per queste ragioni i consiglieri della circoscrizione di “Ognina-Picanello-Barriera-Canalicchio” Alessandro Campisi e Adriana Patella chiedono un intervento immediato del comune di Catania e di tutte quelle organizzazioni che operano nel sociale.

"La baraccopoli, sorta su un terreno privato perfettamente accessibile a chiunque, potrebbe essere riqualificata e trasformata in un centro di socializzazione e di aggregazione. Già l’estate scorsa un incendio di vaste dimensioni minacciò l’incolumità dei residenti di via Anfuso. Fiamme alimentate dalle sterpaglie che rischiarono di provocare una tragedia immane - dichiarano Campisi e Patella - Oggi siamo qui a ribadire un allarme che non è mai cessato del tutto visto che, all’interno delle baraccopoli, sono presenti bombole, sistemi di riscaldamento 'fai da te' e cucine di fortuna con tutte le conseguenze facilmente immaginabili. Qualcuno ha forse dimenticato quello che successe alcuni anni fa all’interno dell’ex fabbrica di zolfo del viale Africa?".

"Anche lì le fiamme incontrollate provocarono in pochi minuti un incendio di vaste dimensioni. In questo contesto è bene ribadire che nessuno cova nei confronti degli occupanti delle baracche di via Anfuso sentimenti di razzismo o intolleranza. Nessuno, quindi, vuole puntare il dito contro la comunità rom perché, come ribadiscono i consigliere Campisi e Patella, si tratta di nuclei familiari che hanno bisogno dell’aiuto delle istituzioni ma, allo stesso tempo, non si può negare che in queste condizioni, tra cucine di fortuna e materiale infiammabile nel cuore di una giungla di sterpaglie, si rischia in ogni momento un rogo di vaste dimensioni", concludono.

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