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Cronaca

Cannabis light, i negozianti si riuniscono per fare il punto della situazione

I commercianti specializzati nella vendita di cannabis con contenuto di thc entro il limite del 0,5 per cento si sono incontrati per decidere il da farsi

Unimpresa-Assoesercenti Catania ha ricevuto una delegazione di commercianti specializzati nella vendita di prodotti in canapa, in merito alla sentenza della Cassazione di qualche giorno fa che, di fatto, vieta la vendita di cannabis light

"Il Pronunciamento delle sezioni riunite della Cassazione – spiega il Direttore Salvo Politino – sta creando molte preoccupazioni nel settore di chi commercia prodotti in canapa. Tuttavia, occorre precisare che la sentenza della cassazione non determina, a mio parere, la chiusura generalizzata dei negozi che offrono prodotti a base di canapa sativa, anche perché la sentenza appare poco chiara ed esaustiva. Il pronunciamento della Cassazione dice inequivocabilmente che non può configurarsi reato ascrivibile all’art.73 del decreto sugli stupefacenti la vendita e in genere la commercializzazione al pubblico di prodotti derivati dalla coltivazione della "Cannabis sativa L", se tali prodotti sono “in concreto privi di efficacia drogante”. Tuttavia, secondo Unimpresa Catania, la sentenza non dice a quale livello di thc un prodotto “in concreto” sia privo di efficacia drogante. E non può dirlo perché non esiste una legge che definisca il limite di thc oltre il quale un derivato dalla canapa può avere tale efficacia. Esiste in compenso un’ampia letteratura scientifica e forense che fissa allo 0,5 per cento il limite di thc al disotto del quale non è rilevabile effetto psicoattivo. Una stessa Circolare del Ministero dell’Interno del luglio 2018 richiama questo limite: “Per la cannabis sia la tossicologia forense che la letteratura scientifica individuano tale soglia attorno ai 5 mg di thc che in termini percentuali equivalgono allo 0,5 per cento. Ne consegue che quantitativi pari ai 5 mg di thc per singola dose/assunzione consentirebbero di attribuire – in linea teorica – la natura di sostanza stupefacente alle infiorescenze in esame”.

Per questo al momento, ribadisce Unimpresa, sembra molto improbabile che i negozi di cannabis light debbano chiudere: fino a quando non si saprà nel dettaglio cosa intende la Cassazione per “effetto drogante”, ogni commerciante a cui venisse contestata la vendita di cannabis light potrebbe ribadire che il contenuto di thc è quello considerato al di sotto della soglia drogante.

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