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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Mascalucia

Tentano la truffa dello specchietto e chiedono ai carabinieri di “chiudere un occhio”

I militari hanno arrestato a Mascalucia una 35enne e denunciato una 39enne, entrambe di Adrano

I carabinieri della compagnia di Gravina di Catania hanno arrestato a Mascalucia una 35enne e denunciato una 39enne, entrambe di Adrano, con le accuse di truffa ed istigazione alla corruzione. Le donne sono state colte sul fatto durante un controllo del territorio: i militari le hanno viste mentre stavano discutendo, con un'altra persona, accanto a due autovetture, una Fiat Panda ed una Lancia Y.

Così i carabinieri si sono avvicinati e hanno riconosciuto una delle donne che già in passato, ancora a bordo della stessa Lancia Y, era stata segnalata in via Carnazza di Tremestieri
Etneo come responsabile della cosiddetta “truffa dello specchietto”. L'altra persona presente, infatti, ha raccontato ai militari di essere stata fermata perché, a dire delle altre, avrebbe causato la rottura dello specchietto della loro autovettura, per la cui riparazione le avevano chiesto la somma di 148 euro.

La vittima ha poi riferito ai militari che, per propria indisponibilità economica, aveva offerto alle due donne la somma di 50 euro ma quest’ultime le avevano manifestato la propria
indisponibilità ad una trattazione che era stata interrotta dal loro arrivo. I militari, notato il nervosismo che aveva improvvisamente assalito le due richiedenti, hanno subito ispezionato la Lancia Y notando non solo che lo specchietto retrovisore esterno era sganciato dalla propria sede ma anche che la conducente, rimasta al sedile di guida a differenza della complice che colloquiava fuori la macchina con la vittima del raggiro, aveva tentato di nascondere un borsello contenente 380 euro.

Le due donne non erano state in grado di quantificare la somma che custodivano nel borsello asserendo che era frutto del “reddito di emergenza” percepito, quindi,
inaspettatamente, una di loro ha pensato bene di risolvere in breve il problema offrendo quei soldi in regalo ai carabinieri, qualora questi ultimi avessero soprasseduto su quanto accertato.

"Se ci mandate via ve li potete tenere!", hanno detto ai carabinieri che ovviamente le hanno condotte in caserma. Una si trova nel carcere di Messina, come disposto dall’autorità giudiziaria in relazione al tentativo di istigazione alla corruzione.

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