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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Cassa integrazione in aumento a Catania, Uil: "Non è un buon segno"

Stando ai dati della struttura di ricerca e analisi statistiche guidata dal segretario confederale Guglielmo Loy, la Cig a Catania segna più 7.3 per cento nei primi dieci mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014, in controtendenza rispetto al dato nazionale (meno 33,7) e a quello regionale che è in flessione del 31,4

"Altra conferma. Catania resta nel sempre più ristretto e inquietante club delle province italiane in cui la Cassa integrazione cresce. Erano nove un mese fa, confrontando il periodo gennaio-settembre 2015 con lo stesso arco temporale dello scorso anno. Adesso sono otto, nel raffronto gennaio-ottobre 2015/2014. E tanti saluti ai profeti di ripresa". Lo afferma il segretario generale della Uil etnea, Fortunato Parisi, commentando il nono Rapporto sulla Cassa Integrazione in Italia diffuso dal Servizio nazionale Politiche del Lavoro e della Formazione.

Parisi aggiunge: "Stando ai dati della struttura di ricerca e analisi statistiche guidata dal segretario confederale Guglielmo Loy, la Cig a Catania segna più 7.3 per cento nei primi dieci mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014, in controtendenza rispetto al dato nazionale (meno 33,7) e a quello regionale che è in flessione del 31,4. Va peggio nel calcolo della variazione mensile, perchè tra settembre e ottobre l'incremento è stato del 21 per cento. In questo caso, però, anche il dato nazionale e regionale sono in crescita, anche se in misura decisamente inferiore rispetto a Catania: più 6,3 la Cig in Italia, più 11,1 per cento in Sicilia. Mai come in questo caso, però, appare decisamente fuori luogo esclamare che mal comune fa mezzo gaudio".

"Ancora una volta, dobbiamo registrare come l'aumento della Cig nel nostro territorio sia il prodotto della lievitazione della Cassa straordinaria (più 4,6 per cento) e dell'impennata di quella in deroga che addirittura segna un più 114,7, mentre l'ordinaria cala del 13,4. Ciò conferma come le aziende, piuttosto che accedere agli ammortizzatori sociali per gestire fasi di ristrutturazione e rilancio, stanno percorrendo l'ultimo miglio prima di chiudere definitivamente saracinesche e portoni". "Sia chiaro a tutti, innanzitutto ai rappresentanti delle istituzioni politiche - continua Fortunato Parisi - che parliamo di donne e uomini, lavoratrici e lavoratori, impegnati con le loro famiglie a fare i conti con un presente di tensioni, di disagi, e un futuro terribilmente oscuro e carico di incertezze. Oggi, la Uil calcola che a Catania sono 3 mila 25 i cassintegrati. In nome di ciascuno di loro, chiediamo iniziative concrete. Adesso! Rivendichiamo investimenti in opere utili allo sviluppo: per fare un bel passo avanti, basterebbe solo riaprire i cantieri delle incompiute e avviare quelli destinati a rimettere in sesto il disastrato sistema delle infrastrutture nella nostra provincia e nell'isola. Ribadiamo, infine, il nostro appello perchè riparta presto e bene la formazione professionale. Indispensabile per avviare percorsi di riqualificazione e reinserimento occupazionale, è stata scippata a questa terra da inetti e corrotti. Ora, venga restituita ai siciliani ".

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