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Cassazione, marito non si lava e pretende sesso: è stupro

Secondo la Cassazione, un marito "puzzolente" che impone alla moglie i rapporti sessuali senza rispettare la richiesta della donna di farsi prima una doccia, è da considerarsi reato di stupro

Secondo la Cassazione, un marito “puzzolente” che impone alla moglie i rapporti sessuali senza rispettare la richiesta della donna di farsi prima una doccia, è da considerarsi reato di stupro. A renderlo noto è il responsabile del Dipartimento “Tutela del consumatore” dell’Italia dei Valori Giovanni D’Agata.

Secondo la sentenza n° 30364 emessa ieri, i giudici hanno chiesto il nuovo rinvio a giudizio nei confronti di un pastore siciliano restio all’uso del sapone e solito a fare sesso con la moglie appena rientrato dal pascolo delle pecore, senza provvedere a farsi almeno una rapida toeletta preliminare.

In un primo momento nel 2008 l’uomo, 51 anni, era stato denunciato, processato e successivamente prosciolto dall’accusa di stupro, dalla Corte di Appello di Catania in quanto “pur essendo la moglie contraria ai rapporti sessuali, perchè l’uomo era solito consumarli al rientro dalla propria attività di pastore, senza praticare alcuna igiene e pulizia del proprio corpo, finiva poi per accettare volontariamente i rapporti”.

Ora i giudici catanesi dovranno rivedere il loro verdetto senza fare sconti. In primo grado il pastore era stato condannato a nove anni di reclusione, nel 2007, dal Tribunale di Caltagirone che aveva considerato stupro gli assalti sferrati alla povera moglie per lunghi anni, dal febbraio 1992 all’agosto del 2006. Ma poi la Corte di Appello aveva ridotto la condanna ad appena due anni, ritenendolo colpevole solo di maltrattamenti e comportamenti violenti, facendo sparire la violenza sessuale.

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