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Cronaca

Catania: assemblea all’università con Padre Garau per fermare l’emigrazione giovanile

Dopo la grande partecipazione all'assemblea tenutasi a Palermo la scorsa settimana, ieri pomeriggio la campagna "Si resti arrinesci" ideata per fermare l'emigrazione giovanile dalla Sicilia è stata presentata a Catania nel corso di un'assemblea pubblica presso l'aula L del dipartimento di Scienze politiche

Dopo la grande partecipazione all'assemblea tenutasi a Palermo la scorsa settimana, ieri pomeriggio la campagna "Si resti arrinesci" ideata per fermare l'emigrazione giovanile dalla Sicilia è stata presentata a Catania nel corso di un'assemblea pubblica presso l'aula L del dipartimento di Scienze politiche. Sulla scorta di quanto discusso collettivamente e pubblicamente a Palermo dalle diverse delegazioni siciliane, ieri la comunità catanese ha formalizzato la nascita di un gruppo di lavoro che sul territorio porterà avanti le iniziative e le quotidiane attività della rete,in piena sinergia con le altre realtà isolane. Non solo giovani studenti, ma anche giovani imprenditori, lavoratori, docenti, associazioni e semplici cittadini tutti uniti dal forte attaccamento alla propria città e dalla volontà di rimanervi a tutti i costi. Parte attiva della campagna è il "Movimento delle valige" che vede Padre Antonio Garau come suo promotore e portavoce, con la piena condivisione dell'Arcivescovo Mons. Corrado Lorefice. Entrambi presenti all'assemblea. "Il movimento, rifacendosi agli insegnamenti della Chiesa cattolica, vuole dare voce a chi non ha voce...La difesa del diritto a vivere nella propria terra contro l'emigrazione forzata dei giovani è l'obiettivo che il movimento si prefigge" afferma, per l'appunto, padre Garau. Nel corso dell'incontro si è ricordato come non si possa rimanere inermi davanti a una situazione ormai insostenibile. L’emergenza sociale dilaga, la povertà e la disoccupazione costringono intere famiglie a dividersi. Di fronte a tutto questo, la politica non fa nulla ed è per questo che è necessario colmare le lacune della disattenzione politica e istituzionale. Ed è per questo che bisogna attivarsi per un vero e proprio cambio di rotta. "Protagonisti, sopra tutti, dobbiamo essere noi giovani che, stretti in un fronte unito e compatto, reagiamo al nulla politico. Solo restando e reagendo al vuoto più totale, è possibile cambiare e migliorare le condizioni esistenti. È questo, in sostanza, l'assunto da cui noi giovani di Si resti arrinesci siam partiti per il nostro ragionamento" afferma Samuele Cultrera , studente di scienze politiche dell’Università di Catania, rappresentante delle consulte giovanili e animatore della campagna sul territorio catanese. "Si Resti Arrinesci” si afferma dunque come il nuovo urlo di tutti coloro che non vogliono più restare inermi di fronte a un fenomeno drammatico come l’emigrazione dalla Sicilia. L'urlo di chi decide di restare per lottare e lotta per restare. "L'emigrazione forzata riguarda tutti i settori della società, c’è chi parte dopo la scuola, chi dopo l’università, chi, come le insegnanti e gli insegnati, deve partire per poter svolgere il proprio lavoro. Il mio ambito lavorativo, per esempio, vede un esodo che assume dimensioni srmpre più drammatiche. Chi vuol fare ricerca va via perchè non ci sono finanziamenti nè stipendi adeguati. Le cause di tutti questi casi sono da ritrovare nelle condizioni economiche in cui versa la Sicilia" afferma Nicola Maugeri, dottore di ricerca dell’Università di Catania e anche lui, come Samuele, membro attivo della campagna a Catania. La campagna in una manciata di giorni è già al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica. La pagina fb (https://www.facebook.com/sirestiarrinesci/) è parecchio seguita, 5000 like raggiunti in brevissimo tempo, e diverse figure del mondo dello spettacolo e della cultura la sostengono animatamente. Tra i primi obiettivi cui guarda la campagna, con i suoi relativi gruppi di lavoro territoriali, è la grande marcia indetta il 25 ottobre a Palermo. Un primo importante appuntamento che aprirà la reazione popolare alla desertificazione e allo spopolamento della Sicilia.

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