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Cronaca

Da Catania a Pesaro per rapinare banche e uffici postali: tre arrestati

Uno di loro ha lavorato come operaio a Pesaro, dove ha deciso di pianificare ed organizzare con i due complici fatti venire da Catania di volta in volta, le rapine

Erano già in carcere per una rapina del 23 febbraio scorso all'Ubi Banca di Largo Madonna di Loreto di Pesaro. Li avevano circondati mentre si trovavano all'interno della banca con 18 mila euro già messi in borsa. Ma ora i carabinieri del Nucleo Investigativo e del Norm della Compagnia carabinieri di Pesaro, in collaborazione con il personale del Norm della compagnia carabinieri di Catania Fontanarossa, hanno trovato le prove per attribuire a tre siciliani di 31, 45 e 36 anni (quest'ultimo l'unico a piede libero) anche altre quattro rapine.

Per tutti e tre, il gip Messina ha firmato un'ordinanza di custodia in carcere. I carabinieri hanno ricostruito un'escalation di cinque rapine a banche e uffici postali, a mano armata, conclusasi con l'arresto in flagranza a Pesaro nel febbraio 2018 dei due principali autori (il 31enne e il 45enne) per mano degli stessi uomini dell'Arma. Un'attività criminale ora definitivamente stroncata con la cattura anche del terzo componente in Sicilia e con l'attribuzione agli altri due complici già in carcere a Pesaro di tutte le rapine.

Il primo colpo risale al 18 gennaio 2018, a Pesaro, in danno della banca Carim, poi il 31 gennaio 2018, sempre a Pesaro ad un ufficio postale. Gli investigatori hanno accertato che le stesse persone erano state direttamente coinvolte anche in una ulteriore rapina precedente, commessa il 26 gennaio 2018, a Collesalvetti (Livorno), presso la Carifi: lì rimase ferito il direttore, colpito con un pugno al viso.

I rapinatori preferivano agire nelle città dove vivono parenti, sorelle in particolare. Uno di loro dall'ottobre 2017 fino al gennaio 2018 ha lavorato come operaio a Pesaro, dove ha deciso di pianificare ed organizzare con i due complici fatti venire da Catania di volta in volta, le rapine. La permanenza stabile in città lo agevolava nell'individuazione degli obiettivi appetibili. Ma l'uomo conosceva bene anche Collesalvetti, dove abita un'altra sorella. I complici venivano apposta da Catania per le rapine e subito dopo tornavano indietro. Complessivamente, il terzetto ha intascato un bottino di 20 mila euro, mai più ritrovato.

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