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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Chiamate, messaggi audio, richieste di aiuto: la giovane americana lasciata sola contro il branco

Emergono dettagli inquietanti dall'analisi dei tabulati telefonici. L'avvocato della vittima Mirella Viscuso: "Elementi provano rapporti contro la sua volontà". Inoltre, in passato la giovane avrebbe subito violenze sessuali in America come spiegato dal legale

E' tornata negli Stati Uniti con un fardello troppo pesante da portare indietro e che non avrebbe mai immaginato di dover sopportare. La ragazza americana di 19 anni, vittima di una violenza sessuale a Catania, dopo la denuncia è tornata a casa probabilmente per cercare di dimenticare questa brutta storia.

I presunti autori della violenza - Roberto Mirabella, Agatino Spampinato e Salvatore Castrogiovanni - si trovano in carcere e i loro legali stanno studiando gli incartamenti per valutare il ricorso al tribunale del riesame. Per gli avvocati dei tre giovani "la verità negli atti è un'altra e noi siamo certi di poterlo dimostrare e nell'ordinanza c'è solo la versione della ragazza, che presenta tante lacune e contraddizioni".

Di sicuro, però, ci sono alcuni frangenti di quella notte tra il 16 e il 17 marzo che sono rimasti cristallizzati attraverso i tabulati telefonici, registrazioni e messaggi audio con svariate richieste di aiuto che la giovane ragazza americana ha inviato.

Messaggi a un'amica dove dice di non voler andare con i ragazzi, mentre si trova ancora in zona piazza Teatro Massimo. Ma sopratutto diversi messaggi inviati a un amico con richieste accorate d'aiuto, con file audio registrati tra singhiozzi, lacrime e voci maschili in sottofondo che ridono e sghignazzano.

In poco meno di due ore, mentre il terzetto catanese carica a forza la ragazza in auto per appartarsi in zona piazza Europa e consumare a forza un rapporto, partono dal cellulare della giovane svariate richieste di aiuto e contatto con l'amico, con circa 5 messaggi audio, e diverse sono i tentativi di chiamate al 112 per cercare di parlare con operatore.

La statunitense aveva anche inviato, durante quei momenti convulsi, anche la sua posizione gps all'amico cercando disperatamente aiuto. Ma nessuno l'ha aiutata. O forse nessuno degli amici interpellati avrebbe capito o percepito la grave situazione di pericolo in cui si trovava in quel momento.

Mirella Viscuso, l'avvocato della ragazza, racconta a Catania Today dettagli importanti per comprendere meglio i fatti di quella sera.

"La ragazza - dice il legale - parla poco l'italiano. Lo comprende ma ha difficoltà ad esprimersi, era qui da circa tre mesi. Infatti per contattarla procederò via mail con la traduzione in inglese".

Sul fatto che nessuno abbia aiutato la ragazza nonostante molteplici richieste di aiuto l'avvocato puntualizza: "Ancora non abbiamo elementi per capire questo aspetto. Voglio pensare che il ragazzo in questione non abbia compreso la richiesta di aiuto, ma ancora non abbiamo elementi chiari per stabilirlo. Non abbiamo ascoltato i messaggi: dal tono e dalla ricezione del file audio tutto può cambiare e occorre chiarire".

"La cosa più rilevante - evidenzia l'avvocato Viscuso - che è emerge è una continua richiesta di aiuto, dalle chiamate al 112 a quelle agli amici. Ciò confuta la linea dei giovani che dicono che la ragazza sarebbe stata consenziente".

Adesso la giustizia stabilirà quando e come sentire la giovane. "Tutto dipenderà - prosegue l'avvocato - dalla volontà della ragazza di venire o meno in Italia. Non conosciamo ancora le tempistiche e non ho certezze. Ma personalmente credo che, dal punto di vista psicologico, non se la senta di ritornare a Catania. Credo che, per una deposizione così importante anche dal punto di vista emotivo, abbia bisogno di un clima più ovattato e si potrebbe procedere a una rogatoria".

In passato la giovane avrebbe subito violenze sessuali in America. "Risulta dalle dichiarazioni della ragazza agli inquierenti. Accenna a una violenza sessuale già subita, così come risulta dal verbale, ma senza entrare nello specifico", aggiunge l'avvocato Viscuso.

Durante la denuncia sporta ai carabinieri la giovane è stata assistita da una neuropschiatra per cercare di focalizzare al meglio la deposizione e dare un primo supporto. Ad avvolarere la deposizione della ragazza anche un video delle violenze subito che uno dei tre giovani le avrebbe mandato sui social richiedendo, tra l'altro, un nuovo incontro. Una "vanteria" che costituirà un altro elemento di prova dirimente.


 

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