Chiusura della Festa nazionale de l’Unità, il programma: è il giorno di Renzi
E' giunta al capolinea, tra proteste e polemiche, la Festa nazionale de l’Unità tenutasi a Catania presso la villa Bellini. Giorni di poca affluenza alternati a dibattiti politici più seguiti. Una villa "chiusa" ai cittadini. Oggi poi, con l'arrivo di Matteo Renzi, tutta l'area circostante è blindatissima
E' giunta al capolinea, tra proteste e polemiche, la Festa nazionale de l’Unità tenutasi a Catania presso la villa Bellini. Giorni di poca affluenza alternati a dibattiti politici più seguiti. Una villa "chiusa" ai cittadini: centinaia sono le persone che negli ultimi giorni hanno visto negato l'ingresso dai cancelli di piazza Roma e piazza San Domenico e in tanti hanno preferito non frequentare la villa perché eccessivamente militarizzata. Oggi poi, con l'arrivo di Matteo Renzi, tutta l'area circostante è blindatissima.
IL PROGRAMMA DI OGGI, 11 SETTEMBRE 2016 - Alle 09:30, al palco centrale, il corso di formazione ‘Classedem’ con Andrea De Maria, Alessia Rotta, Lorenzo Guerini, Anna Finocchiaro. Alle 11.00, presso il palco Sicilia, è prevista la ‘Conferenza Segretari Circolo Pd Siciliani’ con Lorenzo Guerini, Tonino Moscatt, Antonio Rubino. Alle 17.00, al palco centrale, il Segretario Nazionale del PD, Matteo Renzi, l’intervento di chiusura della Festa Nazionale dell’Unità. Inoltre alle ore 12.00 per la VIII Festa Nazionale dei Giovani Democratici, è prevista la Direzione Nazionale GD.
L'INTERVENTO DI DARIO FRANCESCHINI ALLA FESTA DE L'UNITA'
MARIA ELENA BOSCHI ALLA FESTA DE L'UNITA' - “Non ci sentiamo in guerra ma sappiamo che ci aspettano settimane di confronto auspicando toni pacati”. Così Maria Elena Boschi ha aperto il dibattito sul palco centrale della Festa nazionale de l’Unità dove hanno partecipato anche Anna Finocchiaro e Emanuele Fiano. “Le prossime settimane saremo impegnati a convincere chi è indeciso, chi ha dubbi e saremo anche impegnati a far cambiare idea. È bello raccontare l’idea del Paese che abbiamo, un’Italia più vicina a come la vorremo”. “Non esiste nessuna guerra – ha risposto Anna Finocchiaro – ma c’è da tenere ben presente un’avvertenza: rimaniamo sempre sul merito. Lo dico anche in punta di piedi, il lavoro che è stato fatto in Parlamento ha lo stesso rango di quello che avranno da compiere i cittadini con il voto. “Riteniamo che le ragioni del si siano forti ma il dibattito è legittimo e vanno ascoltate tutte le opinioni. Non c’è guerra ma non ci deve essere spazio, in una discussione che riguarda la democrazia italiana, per incursioni furbe o blitz. Questa riforma ha una storia, anche nel centrosinistra, penso al programma dell’Ulivo, ma penso anche alla bicamerale D’Alema o alla bozza Violante, che trova ora un esito in questa legislatura come ci era stato chiesto da Napolitano al momento della sua rielezione. Questa riforma ha una coerenza con molte delle idee nostre. Non è una forzatura”.
“Non si può non votare sì al quesito referendario” ha continuato la Boschi. “Molte volte ci siamo trovati davanti a referendum dove era molto difficile capire il quesito stesso per cui votare. Votando no non si vota per un’altra riforma o un’alternativa. Chi vota no vota per lasciare le cose esattamente così come sono oggi. Votare sì significa fare un passo in avanti per il Paese. Sappiamo che la riforma non è perfetta così come non lo sono mai le riforme. C’è un lavoro di mediazione per trovare un punto di incontro. Ma è chiaro che è un riforma che funziona e migliora le condizioni del Paese. È un referendum deciso e determinante. Chi vota sì approva le modifiche alla seconda parte della Costituzione: una riforma che funziona che fa fare un passo in avanti al Paese che chiarisce cosa fa lo Stato e cosa fanno le Regioni. È questa la scelta che dobbiamo fare. Decidiamo insieme, un intero popolo che vuole costruire un paese adatto per i propri figli. É una sfida per il cambiamento, una sfida dove tutti sono chiamati ad essere protagonisti, responsabili ed impegnati”.
“Massimo D’Alema ricorderà che la riforma del 2001 fu votata con un voto di scarto. Lui fu il primo firmatario di quella proposta di riforma poi ha detto che non condivideva quello che aveva firmato. Può capitare ma io ho firmato questa riforma e la condivido. Mi preoccuperebbe, fossi in lui, dal punto di vista politico, che sul fronte del No è con Berlusconi, Salvini, Grillo”, osserva la Boschi. “Sulla nostra riforma la maggioranza è stata più ampia di quella che sostiene il governo e pezzi importanti dell’opposizione hanno votato con noi queste riforme costituzionali”. “Noi abbiamo iniziato il percorso chiedendo a tutte le forze politiche di partecipare. Roberto Calderoli era relatore insieme ad Anna Finocchiaro poi la Lega ha cambiato segretario e ha cambiato linea sulle riforme: non siamo stati noi a cambiare le carte in tavola. Allo stesso modo Forza Italia si è sfilata in dissenso dalla scelta di eleggere Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica”.