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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Cittadella della Polizia, la storia infinita di un progetto mai realizzato

La costruzione della cittadella della Polizia a Librino, struttura che aumenterebbe la sicurezza della città, continua ad essere una visione senza risvolti concreti. Tommaso Vendemmia, segretario provinciale del Siap chiede chiarezza: "Quasi vent'anni di misteri, le alternative ci sono ma nessuno vuole prendersi le responsabilità del fallimento di un progetto che non vedrà mai la luce"

Una storia dai contorni quantomeno misteriosi quella legata alla famosa Cittadella della Polizia nel quartiere di Librino. Per il sindacato Siap, infatti, è incomprensibile perchè i lavori non siano mai iniziati. “Che fine ha fatto – si chiede Tommaso Vendemmia, segretario provinciale del Siap – la Cittadella della Polizia a Librino?”. Una domanda da un milione di dollari e che sembra, almeno fino ad oggi, destinata a rimanere senza risposta.

Una faccenda lunga quasi 20 anni

Ma andiamo per ordine. Nel 2004 viene commissionato un progetto da 90 milioni di euro, tra Viale Bonaventura e Viale Nitta, per la nuova questura di Catania dal questore Giliberti, piano esecutivo poi ultimato nel 2007. I lavori, però, non iniziano mai. Novanta milioni di finanziamenti che non solo sono fermi da anni, ma forse sono stati stanziati a vuoto. Nel 2008 l’annuncio della partenza del progetto, che avrebbe contenuto la maggior parte della logistica della polizia. Nel 2014 un nuovo capitolo della storia. Il terreno su cui sarebbe dovuta sorgere la cittadella non è idoneo alla costruzione della struttura a causa del sottosuolo ancora disseminato di amianto, altri rifiuti (mai rimossi) e dalla presenza di condutture che servono la città. Passano altri tre anni, si procede allora per la bonifica del terreno, ma anche in questo caso arriva un altro stop: la bonifica non può essere fatta perché non si conosce il proprietario del terreno. Nel 2017 Vendemmia presenta un esposto alla Procura per avere lumi sulla questione. E qui la scoperta: nel 2006 il Comune ha venduto al Demanio un terreno a Librino mai bonificato e attraversato da collettori fognari. Il Comune di Catania scrive alla prefettura, ma il Demanio afferma di essere a conoscenza della contaminazione del terreno ma che in ogni caso non esisteva nessun progetto per la rimozione. Si arriva quindi ai giorni nostri, tra promesse da parte del Ministero degli Interni, implementazioni del finanziamento, interrogazioni parlamentari e ricerca di altri terreni su cui edificare. Ma ad oggi il progetto della cittadella non esiste.

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Vendemmia: “Progetto finito nel dimenticatoio”

“È triste – afferma Vendemmia - che in questa città le istituzioni locali, i partiti e gli stessi sindacati confederali, non si sono mai occupati di questo disagio vissuto dai poliziotti e dai cittadini, ma assistiamo sempre a richieste di rinforzi e di più sicurezza, richieste vuote di contenuti e di programmazioni. Non c’è nessuna soluzione, sono quasi vent’anni che questa storia va avanti e questo progetto non vedrà mai la luce. Abbiamo l’ospedale Ferrarotto dismesso che può essere riconvertito in una struttura per i cittadini a fronte della loro sicurezza. Questo comporterebbe la fine della frammentazione degli uffici. La Polizia a Catania paga circa tre milioni di euro l’anno per pagare l’affitto per le sue sedi, e impiega 70 uomini e donne nelle vigilanze di queste strutture, l’equivalente di 30 equipaggi che potrebbero controllare il territorio e rendere più sicura la città.

“Abbiamo – denuncia Vendemmia - in ogni stanza 24 colleghi che lavorano a turno perché i posti sono strettissimi e fatiscenti. Ma gli uomini che vengono impiegati per la vigilanza delle varie strutture sparse per la città non sarebbero più utili nel controllo del territorio? Nessuno si vuole prendere la responsabilità di chiudere questo progetto che non esiste e farne un altro da capo. Noi abbiamo tre opere impellenti: la cittadella, lido della polizia e la camera trattazione fermati, tutti bloccati perché i progetti sono fermi al Provveditorato. Burocrazia a parte nessuno sa dare una risposta concreta, le strutture ci sono, non capiamo allora il perché di questa indifferenza nei confronti di uno degli organi di sicurezza del territorio”.

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