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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Caltagirone

Favorì La Rocca avvertendolo dell'imminente operazione "Agorà", arrestato agente

I carabinieri del Ros hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Catania, su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia, nei confronti di Angelo Allegra, assistente della polizia penitenziaria

I carabinieri del Ros hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Catania, su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia, nei confronti di Angelo Allegra, assistente della polizia penitenziaria. Nel provvedimento si contesta all'agente di aver rivelato ad esponenti di vertice della famiglia di Caltagirone, nello specifico Gianfranco La Rocca, l'imminente esecuzione dell'operazione Agorà. I reati contestati sono favoreggiamento personale e rivelazione di segreti di ufficio, condotte aggravate dall'aver favorito la famiglia mafiosa La Rocca.

Nella fase esecutiva dell'arresto ha collaborato la polizia penitenziaria. In particolare, ricostruisce la Procura distrettuale di Catania, "il 14 giugno 2022 veniva intercettata una conversazione tra l'indagato e La Rocca" durante la quale l'assistente di polizia penitenziaria "avvertiva l'interlocutore di avere appreso che quella sera, ovvero la successiva, ci sarebbe stata una imponente operazione di polizia che avrebbe interessato una cinquantina di persone su tutto il territorio della provincia di Catania".

"L'informazione - contesta la Dda - destava particolare preoccupazione in La Rocca che, ritenendola attendibile, da quel momento adottava tutta una serie di iniziative finalizzate ad impedire il suo rintraccio. Tant'è - osserva la Procura di Catania - che il 16 giugno del 2022, al momento dell'esecuzione, non veniva trovato nei luoghi abitualmente frequentati, ma veniva localizzato quattro giorni dopo". Nel corso dell'indagine i carabinieri del Ros di Catania, rileva la Dda, "sono stati documentati numerosi contatti ed incontri tra l'assistente della polizia penitenziaria e La Rocca" e, inoltre, prosegue l'accusa, "è stato possibile constatare la piena disponibilità ed asservimento del primo nei confronti del capo della famiglia calatina, tanto da prestarsi in talune occasioni a fare da intermediario tra questi e terzi soggetti che La Rocca voleva incontrare ma con i quali evitava accuratamente di avere contatti diretti". 

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