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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Dia, confiscati due milioni di beni al "cassiere" del clan Santapaola-Ercolano

Orazio Benedetto Cocimano, 54enne catanese, elemento di spicco della cosca mafiosa era il reggente operativo dell’ala militare della “famiglia”, nonché detentore della “cassa degli stipendi”

La Dia di Catania sta eseguendo il decreto di confisca di beni emesso dal tribunale etneo nei confronti Benedetto Orazio Cocimano, 54 anni, catanese, elemento di vertice dell’organizzazione mafiosa Santapaola-Ercolano. Cocimano più volte arrestato, già nella metà degli anni ’90, per il reato di estorsione nel maggio del 2000 era stato arrestato nell’ambito dell’operazione di Polizia “Orione 3” per il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso,  proprio comeaffiliato al Clan Santapaola, ed associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

L'inizio della carriera criminale

Particolarmente vicino al pericoloso boss santapaoliano Maurizio Zuccaro, il collaboratore Santo La Causa,  lo ha indicato come componente del gruppo di fuoco che nel 1996 uccise Luigi Ilardo, confidente del colonello Riccio, negli anni della ricerca dell’allora latitante capo di cosa nostra Bernardo Provenzano, e la cui vicenda costituisce oggetto di discussione nel noto processo sulla presunta trattativa Stato-Mafia. Lo stesso pentito indica  un ruolo anche nell’omicidio del rampollo dei Santapaola, Angelo.

Estorsioni e riciclaggio per conto dei Santapaola

Nel 2011 Cocimano è stato nuovamente arrestato perché ritenuto responsabile di estorsione in danno dell’impresa di costruzione “Essedì Costruzioni S.R.L.”, aggravata per essersi avvalso delle condizioni di assoggettamento e di omertà derivanti dall’appartenenza all’organizzazione mafiosa “Santapaola - Ercolano”, e per aver commesso il fatto nei tre anni successivi al periodo di sottoposizione alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale.

 Nel  luglio 2014 Cocimano è stato arrestato dalla squadra mobile di Catania, nell’ambito dell’operazione “Ghost”,  gravemente indiziato del reato di fittizia intestazione di società di costruzioni edili, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali e di agevolare la commissione dei delitti di riciclaggio ed impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. Reato commesso in concorso e con l’aggravante di essersi avvalso delle condizioni di assoggettamento e di omertà derivanti dall’appartenenza all’associazione mafiosa Santapaola - Ercolano. 

L'ascesa al clan e la gestione degli stipendi

Dopo l'arresto di Santo La Causa, Carmelo Puglisi e - nell’ambito dell’operazione "Iblis" - di Francesco Carmelo Arcidiacono detto “Francu u Salaru", Benedetto Cocimano ha raggiunto il vertice operativo dell'organizzazione mafiosa Santapaola - Ercolano diventando, alla fine del 2009 fino al 2011, reggente operativo dell’ala militare della “famiglia”, nonché detentore della “cassa degli stipendi”. Cocimano è stato, inoltre, più volte sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale d con obbligo di soggiorno, nel 2011 e nel 2013.

Il patrimonio confiscato 

Le prove raccolte dalla Dia di Catania - con la ricostruzione del profilo criminale di Benedetto Cocimano e i certosini accertamenti patrimoniali che evidenziavano la rilevante sproporzione tra redditi dichiarati, attività svolta e arricchimenti patrimoniali dello stesso - è stato positivamente valutato dal tribunale etneo che ha disposto la confisca dei beni complessivamente stimati in oltre 2 milioni di euro, consistenti in due società operanti nel settore dell’edilizia, due appartamenti, tre garage, un locale deposito, ed un conto corrente.

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