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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Commissione regionale Antimafia, rapporto su tre consiglieri etnei

"Avrebbero avuto contatti con soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari per associazione mafiosa. Sono due eletti al consiglio comunale e uno in una circoscrizione". Questo il contenuto della relazione approvata dalla commissione presieduta da Nello Musumeci

Si è conclusa l'istruttoria sul comune di Catania da parte della commissione regionale Antimafia. L'esito dell'attività d'indagine spiega la commissione ha "accertato che nel caso di tre delle cinque persone politiche indicate, l'ipotesi formulata dalla segnalazione ha trovato riscontro. Avrebbero avuto contatti con soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari per associazione mafiosa. Sono due eletti al Consiglio comunale e uno in una Circoscrizione".

Per quanto riguarda l'identità dei soggetti la commissione ha "deciso di mantenere il riserbo". La relazione approvata dalla commissione presieduta da Nello Musumeci, con il documento finale, è stata trasmessa al presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone sarà inviata alla Commissione parlamentare antimafia e alla Procura distrettuale antimafia. Per gli altri due profili che erano finiti nel mirino della commissione, l'Antimafia regionale spiega in una nota "non può formulare analogo giudizio, pur rilevando che una più penetrante attività investigativa potrà meglio verificare la sussistenza di profili di responsabilità anche in questi casi".

"Abbiamo lavorato sulla scorta di documenti chiari e con valutazioni oggettive senza lasciare spazio ad interpretazioni l'accertamento di ogni altra eventuale responsabilità compete ad istituzioni diverse", ha commentato il deputato regionale Stefano Zito, relatore del gruppo di lavoro del quale facevano parte anche i deputati Giorgio Assenza ed Antonio Malafarina. La relazione è stata approvata all'unanimità dalla commissione parlamentare regionale Antimafia presieduta da Nello Musumeci

La Commissione, nella nota, "manifesta preoccupazione per la presenza nelle istituzioni etnee di soggetti che, pur non avendo commesso reati, hanno certamente adottato, quanto alle proprie frequentazioni, pratiche che non dovrebbero mai essere seguite da rappresentanti della pubblica amministrazione". Ad avviso della commissione è "compito della politica, quindi dei partiti e dei movimenti, adottare ogni misura adeguata a garantire la massima trasparenza nell'accesso alle funzioni pubbliche di rappresentanza popolare".

Per far ciò la commissione ritiene che "debbano essere adottati correttivi per rendere trasparenti le procedure elettorali, come, ad esempio: la modifica delle operazioni di spoglio con l'accorpamento dei seggi, superando ogni possibile riconoscibilita' della scheda; la introduzione dell'autocertificazione antimafia per i rappresentanti di lista ed i membri dei seggi, in linea retta e collaterale; la diffusione in streaming delle operazioni di spoglio".

Accanto a questi accorgimenti, conclude l'Antimafia, "esistono due ulteriori aree di intervento: il sistema dei patronati e il rapporto tra la Prefettura, la Procura e i partiti nella fase di formazione delle liste".

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