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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Il Comune si costituisce parte civile anche nel processo contro il clan Mazzei

E' la seconda volta, dopo la costituzione di parte civile nel processo contro gli affiliati del cosidetto gruppo della Stazione. Il vicesindaco Marco Consoli rappresenta l'Amministrazione comunale

Ancora una volta il Comune sarà parte civile in un processo contro le cosche catanesi. Il vicesindaco Marco Consoli presenterà oggi, 29 aprile alle ore 9, al Gip di Catania, dottoressa Monaco Crea, la  richiesta di costituzione di parte civile dell’Amministrazione Comunale nel processo contro affiliati al clan dei Mazzei “i carcagnusi”, accusati a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso e di reati legati al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.

L’amministrazione Bianco, sempre rappresentata dal vicesindaco Consoli, si era già costituita parte civile nel processo contro il cosiddetto “gruppo della Stazione”, legato alla famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano . Il dibattimento sarà celebrato con rito ordinario il prossimo 9 luglio.

“ Intendiamo perseguire con rigore- ha detto Enzo Bianco- i criminali che arrecano danno all’intera collettività e saremo inflessibili rappresentando la città in tribunale ogni qualvolta lo riterremo doveroso”.

Proprio il vicesindaco è stato delegato dal sindaco Enzo Bianco, a valutare la costituzione di parte civile in quei processi che riguardino il territorio catanese e colpiscono l’intera collettività cittadina. Anche l’associazione Antiracket e Antiusura Etnea presieduta da Gabriella Guerini aveva  chiesto  al Comune di  costituirsi  al Gip, un invito prontamente raccolto dall’assessore alla Legalità Rosario D’Agata.

L’obiettivo dell’ Amministrazione Bianco - ha detto Marco Consoli- è di essere al fianco della Procura, delle Associazioni Antiracket e Antimafia e in rappresentanza della società civile  nella lotta inflessibile alla mafia. E sarà questa una prima parte della nostra battaglia che proseguirà con l’aggressione al patrimonio delle cosche mafiose, un gesto che riteniamo doveroso a titolo di risarcimento per i danni morali arrecati dalle cosche alla collettività”

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