Natale senza acquisti on line, Confesercenti: "Inutili gli appelli alle istituzioni"
“Quest’anno festeggiamo un Natale senza e-commerce. Privilegiamo i negozi vicino a noi, quelli di quartiere e del centro città. Impegniamoci tutti a non comprare alcun regalo sulle piattaforme virtuali”
“Quest’anno festeggiamo un Natale senza e-commerce. Privilegiamo i negozi vicino a noi, quelli di quartiere e del centro città. Impegniamoci tutti a non comprare alcun regalo sulle piattaforme virtuali”. È l’appello della Confesercenti di Catania che a poco più di un mese dal Natale,
quest’anno segnato ancora più pesantemente dall’emergenza Covid e dal blocco di molte attività commerciali, denuncia la concorrenza sleale delle piattaforme di commercio on-line di oggetti di consumo.
“In realtà, non sappiamo a chi rivolgere il nostro l’appello rimasto finora inascoltato dalle Istituzioni -ironizzano il presidente provinciale Claudio Miceli e il presidente della FISMO (Federazione Italiana Settore Moda) Francesco Musumeci - magari scriviamo una lettera a Babbo Natale: Per quest’anno pensaci tu”.
“Ci ritroviamo in una morsa senza precedenti – sottolinea Francesco Musumeci - da una parte la drastica riduzione dei consumi dall’altra una crescita dei fatturati delle piattaforme e-commerce del 30 % nei soli primi tre mesi dell’onda epidemiologica”. “Le nostre richieste di controlli e di interventi legislativi che contengano il dilagare di mega centri di distribuzione sul territorio italiano (già quattro solo di Amazon) che mettano fine alla concorrenza sleale e all’ingiustizia fiscale, sanzionando i “banditi del digitale” che abusano dei nostri dati personali, sono caduti nel vuoto”.
“La realtà purtroppo supera la fantasia e i desideri – commenta Mannino - resta il dato tangibile che mentre le piccole botteghe di città restano vuote, i colossi e-commerce hanno cavalcato l’onda del lockdown, fagocitando le piccole aziende e centinaia di posti di lavoro”. “Basti pensare – ricorda il rappresentante FISMO - che per un impiego creato dall’e-commerce, ce ne sono tra 2,2 e 4,6 distrutti sui nostri territori e nelle nostre città mentre i soli depositi Amazon in Europa, oggi allo studio, occupano due milioni di metri quadrati di terra in Francia (tra i più vasti in Europa) ovvero l’equivalente di 185 campi da calcio”.
“Ma ad essere penalizzati sono anche i piccoli venditori on-line, vessati dalle logiche di competizione e concorrenza sleale su larga scala, mentre al contrario i giganti come Amazon usufruiscono di aiuti pubblici, utilizzano le infrastrutture pubbliche senza partecipare al loro finanziamento, non hanno il carico fiscale dei nostri commercianti”.