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Cronaca

Consiglio comunale, approvato il Piano di riequilibrio finanziario

A mezzanotte inoltrata, dopo 12 ore, 20 consiglieri comunali su 23 presenti hanno approvato la rimodulazione del tanto discusso Piano di rientro 2013 che dovrà essere esaminato da Ministero e Corte dei conti

Al termine della seconda seduta di consiglio comunale, a mezzanotte inoltrata, 20 consiglieri su 23 presenti hanno approvato la rimodulazione del tanto discusso piano di riequilibrio 2016. Nonostante la strenua opposizione del consigliere di Fratelli D'Italia Manlio Messina, ma anche del gruppo "Grande Catania" e del vice presidente vicario del consiglio comunale Sebastiano Arcidiacono, il piano finanziario voluto dalla Giunta Bianco ha ottenuto l'ok.

A breve il piano di rientro dovrà essere esaminato dal Ministero e dalla Corte dei conti. Intanto a poche ore dall'approvazione Matteo Iannitti, a capo del gruppo Catania Bene Comune commenta così: "Il consiglio comunale ha appena approvato il Piano di rientro. 800 milioni di tagli e svendita del patrimonio immobiliare per 47 milioni di euro. Una scelta gravissima che peserà sul futuro della città".

Proprio in merito all'accesa polemica sulla svendita del patrimonio immobiliare etneo l'amministrazione in una nota ufficiale ha sottolineato: "anche se ormai risulta chiara a tutti, contrariamente alle polemiche di questi giorni, non ci sarà alcuna 'svendita' del patrimonio immobiliare di Catania e mai e poi mai saranno messi sul mercato i tesori della città, gli immobili di pregio o comunque utili e utilizzati, per non parlare delle chiese e dei luoghi d'interesse storico o archeologico".

"Sono dunque assolutamente strumentali e false - continua la nota - le dichiarazioni di chi sostiene il contrario. Forse bisognerebbe criticare chi, invece, ha creato i debiti o, per anni, ha fatto finta che il buco di bilancio non esistesse".

"Con il Piano di riequilibrio - sottolinea la nota - con la filosofia del buon padre di famiglia, il Comune metterà sul mercato immobili che, pur avendo un loro valore economico, rappresentano anche un forte costo di gestione. Parliamo per esempio delle case di edilizia popolare, che potranno essere riscattate da chi le abita a prezzo vantaggioso, o di immobili e terreni non utilizzati né spesso utilizzabili perché troppo degradati. Questa è la volontà chiara dell'amministrazione".

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