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Cronaca

Contraffazione, sequestrati oltre 25 mila articoli in vendita: 10 denunciati

Le fiamme gialle hanno svolto controlli in diversi centri della provincia etnea: dal capoluogo al calatino passando a setaccio anche la fascia jonica tra Giarre e Fumefreddo

I militari del comando provinciale della guardia di finanza di Catania, nell’ambito di un articolato servizio volto alla repressione della contraffazione ed al controllo della sicurezza prodotti, nel corso della settimana hanno sequestrato oltre 25 mila articoli contraffatti e non sicuri, rinvenuti in svariati esercizi commerciali ubicati in diversi comuni della provincia etnea, di cui 5 gestiti da cittadini di nazionalità cinese e 4 gestiti da 5 cittadini italiani.

A Catania, i finanzieri hanno sequestrato in due distinti negozi oltre 2.500 giocattoli contraffatti, riproducenti marchi famosi e registrati, e 379 articoli per il giardinaggio, privi delle informazioni minime previste dal codice del consumo. Nel territorio di Belpasso, i militari della compagnia di Paternò, nell’ambito di un’attività di monitoraggio del web, hanno proceduto al controllo di due società esercenti l’attività on-line di commercio di prodotti non alimentari, sequestrando nel primo caso circa 3 mila tra etichette termoadesive e capi di abbigliamento contraffatti, mentre nel secondo hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro penale e amministrativo 16.833 occhiali da sole con marchio CE contraffatto, in relazione ai quali è stato appurato inoltre che gli stessi non erano stati sottoposti alle specifiche produttive di conformità previste dai regolamenti Ue. I rappresentanti legali delle società sono stati segnalati alla locale Procura per l’ipotesi di reato prevista e punita dall’articolo 517 del codice penale e alla Camera di Commercio per le dovute sanzioni amministrative.

Le fiamme gialle di Acireale hanno scoperto a Pedara, all’interno di un negozio gestito da un cittadino cinese, circa 800 articoli tra cui mascherine, cappellini, giocattoli e zainetti con loghi riconducibili a note case di moda o a personaggi di youtube e dei cartoni animati molto popolari tra i giovanissimi, rivelatisi in realtà contraffatti. Inoltre, sono stati esaminati svariati piccoli articoli elettrici quali microfoni, calcolatrici, piastre per capelli, radio e cuffie, posti in vendita privi delle indicazioni prescritte dalla legge a garanzia degli standard qualitativi richiesti dalla normativa europea, tra cui il marchio CE. I finanzieri della compagnia di Riposto hanno sequestrato 1.658 prodotti di vario genere, per un valore complessivo che supera i 20 mila euro, nella fascia jonica tra Giarre e Fiumefreddo di Sicilia, presso due diversi punti vendita gestiti da imprenditori di nazionalità cinese. In particolare sono stati individuati piccoli elettrodomestici ed altro materiale privo degli standard di sicurezza previsti dalla Comunità Europea, che venivano venduti senza l’indicazione del paese d’origine, dell’importatore, dei materiali impiegati, delle indicazioni minime di sicurezza, della destinazione d’uso nonché delle istruzioni in lingua italiana, così da provocare un potenziale rischio per la salute del consumatore.

A Grammichele, i militari hanno ispezionato una ditta individuale gestita da una cittadina di origine cinese operante nel settore della commercializzazione di prodotti di vario genere, rilevando la presenza di numerosi articoli posti in vendita in violazione delle direttive europee in materia di marcatura “CE” e non conformi alla normativa sulla sicurezza dei prodotti. Hanno quindi proceduto al sequestro amministrativo di oltre 200 articoli tra dispositivi elettrici, materiale sportivo di varia tipologia e articoli di carnevale.

Gli interventi eseguiti dai finanzieri dei reparti del Corpo dislocati sul territorio provinciale, rientrano nel quadro delle attività svolte dalla guardia di finanza a tutela dell’economia legale, finalizzate a preservare il mercato dalla diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza imposti dalla normativa nazionale e dell’Unione Europea, oltre che alla repressione degli illeciti di natura fiscale, a tutela del tessuto produttivo italiano che, alla luce dell’attuale stato di crisi connesso all’emergenza epidemiologica, è divenuto più vulnerabile rispetto alle fenomenologie illecite e agli interessi criminali.

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