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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Copagri scrive alle istituzioni: "Produttori di uva da tavola in crisi"

Il sindacato ha scritto una lettera, indirizzata alle istituzioni dell'Isola, chiedendo una maggiore attenzione per le problematiche del comparto

“Si parla tanto di tutela e promozione delle eccellenze siciliane. Adesso, vediamo che farete per salvare l’uva da tavola”.  Inizia così la lettera aperta di “protesta e proposta” che l’associazione produttori agricoli Copagri Catania ha inviato alle istituzioni politiche nazionali e regionali. È firmata dal presidente di Copagri, Angelo Oliveri, e dal responsabile di settore, Salvatore Secolo.  “Siamo preoccupati – scrivono Oliveri e Secolo – per la crisi di mercato che sta colpendo produttori e braccianti impegnati nella coltivazione dell’uva da tavola, investendo intere comunità come quella di Mazzarrone. Negli ultimi cinque anni, malgrado la nostra continua sollecitazione a interventi concreti, la situazione è precipitata. I prezzi di vendita, scesi sino a 25 centesimi, non bastano neppure a coprire i costi e inducono quindi all’abbandono delle coltivazioni. Chiediamo, peraltro, di riflettere su un dato: un ettaro di terreno specializzato nella coltivazione di uva da tavola garantisce fino a 100 giornate lavorative. A tutto questo, vanno aggiunti i riflessi sull’indotto. Basta tanto per comprendere la portata di un’emergenza occupazionale e sociale?”.  Gli esponenti di Copagri aggiungono: “Non siamo mai stati inclini alla denuncia fine a sé stessa, non siamo disposti a piangerci addosso. Offriamo, quindi, un contributo di idee a Stato e Regione in attesa di confronto e, soprattutto, di misure anticrisi. Noi sollecitiamo la convocazione dei rappresentanti della Grande distribuzione organizzata per ridurre la forbice tra prezzi alla pianta e prezzi al consumatore; la rimozione dei vincoli di commercializzazione per le uve senza semi, che rappresentano una tagliola per i produttori, e l’erogazione di fondi a sostegno della conversione dei vigneti con le nuove varietà più richieste sul mercato; la previsione di un indennizzo per il caro-carburante e per i costi energetici, che copra almeno il 50 per cento del fabbisogno; la rideterminazione del contributo di coltivazione con fondi della Politica Agricola Comune, attualmente inferiore a 200 euro a ettaro. Inoltre, il congelamento dei versamenti di contributi previdenziali per un anno assieme alla proroga dei prestiti e dei mutui aziendali, che in atto non possono essere comprensibilmente onorati, e l’attivazione di una politica di promozione sulle esportazioni. Rivendichiamo, infine, la creazione di una cabina di regia composta da rappresentanti istituzionali e dei produttori per affrontare la situazione attuale e impedire nuove crisi future”.

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