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Cronaca Zona industriale

Coronavirus, dopo il terzo caso alla StMicroelectronics non si trova l'accordo con i lavoratori

L'azienda ha proposto un nuovo accordo che impone la presenza di al meno del 50%: una proposta che ha spaccato anche il mondo sindacale

C'è agitazione tra i lavoratori della StMicroelectronics di Catania dopo la scoperta del terzo caso di contagio. L'azienda ha proposto un nuovo accordo che impone la presenza di al meno del 50% ma che può, quindi, sforare ben oltre il tetto del 66% delle presenze come sinora avvenuto. Una proposta che ha spaccato anche il mondo sindacale: si sono espressi favorevolmente solo la Fismic e la Uglm , mentre la Uilm Fiom totalmente contrarie e proseguiranno nello sciopero.Anche la Fim non ha ritenuto di avallare tale accordo. “E' un accordo non raggiunto – spiega Giuseppe Caramanna della Uil – perché sul piano della sicurezza i lavoratori non si sentono tutelati. Con questa proposta, che è un accordo, a nostro avviso,di smaltimento ferie, i lavoratori sono costretti a recarsi in massa al lavoro e solo ad inizio turno si potrà capire chi potrà rimanere a lavoro e chi no. Un fatto,a nostro avviso, che viola le disposizioni governative sugli assembramenti e sul distanziamento sociale”. Per questa ragione Caramanna fa appello alla Regione: “Il presidente Musumeci non è intervenuto su questa questione, però ha imposto giustamente i divieti per contenere il virus, il restare a casa, il divieto di passeggiate con i bambini. Disposizioni che non sembrano valere per la Stm: è possibile che, a fronte della sicurezza di centinaia di lavoratori nessuno intervenga e prenda posizione?”

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