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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

"Uno oggi, due ieri e due l'altro ieri": ecco come venivano distribuiti i decessi Covid della provincia etnea

Le conversazioni, scrive il gip, erano “tutte finalizzate, inequivocabilmente, al contenimento dei dati relativi ai decessi nella provincia di Catania e specificatamente nel comune di Biancavilla"

L'osservazione del dato epidemiologico siciliano non avrebbe risentito solo di un “disallineamento” dei dati o di una ridotta capacità di monitoraggio: secondo l'ipotesi dei magistrati della procura di Trapani, i bollettini giornalieri relativi a nuovi contagi, decessi e ricoveri, sarebbero stati frutto di quantità “negoziate” dai vertici istituzionali, in modo da comunicare al ministero della Salute numeri che lasciassero prevedere una situazione meno allarmante e dati che avrebbero potuto influire sui provvedimenti di riapertura o chiusura della Regione. In più occasioni gli inquirenti riportano delle conversazioni telefoniche intercorse tra l'assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e la dirigente del Dasoe Maria Letizia Di Liberti, sottoposta oggi agli arresti domiciliari, da dove si evince la volontà di una comunicazione, per così dire, “differita” dei dati, soprattutto dei nuovi decessi e degli ingressi in terapia intensiva.

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"Si è cercato - spiega il gip - di dare un'immagine della tenuta e dell'efficienza del servizio sanitario regionale e della classe politica che amministra migliore di quella reale e di evitare il passaggio dell'intera Regione o di alcune sue aree in zona arancione o rossa, con tutto quel che ne discende anche in termini di perdita di consenso elettorale per chi amministra".

Del resto l'affidabilità del sistema di monitoraggio e della qualità del rilevamento dei dati sono stati determinanti nella classificazione a fascia arancione della Sicilia il 4 novembre 2020. Decisione che fu ritenuta immeritata dal presidente della Regione Musumeci. Ma le pagine dell'ordinanza del Gip forniscono un'istantanea di quel momento: proprio il 4 novembre sono state captate le seguenti conversazioni “tutte finalizzate – inequivocabilmente – al contenimento dei dati relativi ai decessi nella provincia di Catania ed specificatamente il comune di Biancavilla, in provincia di Catania”, si legge nel provvedimento. In questa occasione la Di Liberti chiama il direttore del Servizio 4, dottor Mario Palermo, (anche lui indagato in questo procedimento) , al quale chiede di diversificare il dato dei 7 decessi di Biancavilla, perché le sembra esagerato. Il dirigente risponde che i dati sono arrivati in ritardo e si riferiscono anche ai decessi avvenuti nei giorni scorsi, “…1 oggi, 2 ieri e 2 l'altro ieri e 1 del 19”, ma devono inserirli per non tenerli in sospeso, "sulla pancia come già accaduto in precedenza”.

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Mario Palermo allora aggiunge che all'ospedale San Marco di Catania risultano 6 morti ma questi si riferiscono alla data odierna mentre ieri, nello stesso nosocomio, ci sono stati altri 4 morti. La Di Liberti – si legge nell'ordinanza - rimane alquanto stupita e gli dice di attendere prima di inviare questi dati, al Ministero, perché prima deve riparlarne con l'assessore Razza e dopo lo richiamerà a breve. La dirigente regionale, informata da dei nuovi 7 soggetti deceduti nel comune di Biancavilla, dato da lei ritenuto “allarmante”, cerca di mettersi subito in contatto con l'assessore Razza. La Di Liberti, esterna la sua forte preoccupazione nel comunicare il dato, anche in relazione agli altri decessi avvenuti nel territorio regionale. Dopo, in confronto con l'assessore Razza, concorda, insieme a quest’ultimo, di spalmare il numero dei decessi in più giornate”. Il conteggio ballerino, così come documenta il gip, continua anche successivamente: il 30 dicembre per esempio, la Di Liberti, in una conversazione intercettata fa riferimento al fatto di essersi accorta di non aver mai comunicato complessivi 140 morti da contagio per Covid-19, soggetti deceduti presso il proprio domicilio o al pronto soccorso. Numeri che verranno poi inseriti nei bollettini nella misura di 5 al giorno.

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