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Cronaca

Corruzione e rivelazione di segreti d'ufficio, arrestati avvocati e funzionari della Serit

Sono responsabili, a vario titolo, di concorso in corruzione continuata, accesso abusivo ad un sistema informatico e rivelazione di segreti di ufficio, a fronte di condotte delittuose poste in essere da professionisti e dipendenti “infedeli” di Riscossione Sicilia

Su delega della Procura distrettuale di Catania, i finanzieri del comando provinciale di Catania stanno eseguendo un’ordinanza di misure cautelari emessa dal Gip del Tribunale etneo nei confronti di 6 soggetti (3 dei quali agli arresti domiciliari e 3 destinatari di misure interdittive) in quanto responsabili, a vario titolo, di concorso in corruzione continuata, accesso abusivo ad un sistema informatico e rivelazione di segreti di ufficio, a fronte di condotte delittuose poste in essere da professionisti e dipendenti “infedeli” di Riscossione Sicilia s.p.a. (sedi di Catania e Messina).

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Tra le persone destinatarie delle misure cautelari, due avvocati catanesi, di cui uno già dirigente in pensione della Serit (oggi Riscossione Sicilia s.p.a.), e 3 funzionari attuali dipendenti dell’Ente di riscossione regionale.

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Gli indagati finiti agli arresti domiciliari

- L'avvocato Sergio Rizzo ( già dirigente Serit, pensionato): ha continuato ad esercitare la professione in assensa di autonoma posizione fiscale e contributiva;

- L'avvocato Settimo Daniele Rizzo ( classe 1975): avvocato civilista e tributarista con studio in via Aldeberan;

- Claudio Bizzini: pensionato, ex dipendente Riscossione Sicilia, consulente Studio Rizzo, attività sconosciuta al Fisco.

Gli indagati sospesi dall'esercizio del pubblico servizio

- Rosario Malizia ( dipendente Riscossione Sicilia, sede Messina): addetto al settore contabilità, versamenti e rendicontazione

- Giovanni Musmeci ( dipendente Riscossione Sicilia, sede Catania): responsabile procedure cautelari ed esecutive.

- Matilde Giordanella ( dipendente Riscossione Sicilia, sede Catania): addetta al settore notifiche.

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Le indagini

L’investigazione – caratterizzata dall’esecuzione di intercettazioni telefoniche, ambientali, telematiche nonché da acquisizioni documentali presso Enti pubblici e da accertamenti bancari - ha svelato l’esistenza, all’interno dell’ufficio pubblico in questione, di un consolidato circuito clientelare gestito da Sergio Rizzo il quale riusciva ad acquisire, attraverso “canali preferenziali” alimentati dall’assoluta e costante disponibilità dei dipendenti di Riscossione Sicilia destinatari della misura cautelare, informazioni utili alla cura degli interessi della clientela dello studio del figlio Settimo Daniele, il tutto in violazione dei regolamenti interni all’Ente di riscossione regionale. Nello specifico, l’Avvocato Sergio Rizzo poteva contare sul totale asservimento dei dipendenti di Riscossione, Rosario Malizia e Giovanni Musmeci, i quali hanno beneficiato di varie utilità in denaro (circa 50 euro per ogni comunicazione informale di dati relativi alla posizione fiscale debitoria di un contribuente) o della fornitura di beni (televisori e climatizzatori) e di posti di lavoro (espletamento di un tirocinio presso un centro di fisioterapia) a vantaggio di propri familiari. L’anomala messa a disposizione delle proprie funzioni pubbliche a beneficio dei professionisti in questione produceva una sistematica prevaricazione a svantaggio:

- di altri professionisti operanti nel medesimo settore tenuti ad osservare i regolamenti interni della Direzione Regionale di Riscossione Sicilia in tema di accesso ai documenti amministrativi e, quindi, soggiacere a una tempistica di attesa più lunga per la propria clientela;

- dei contribuenti interessati, in quel periodo, a procedere alla c.d. “rottamazione” (D.L. 193/2016) delle proprie cartelle esattoriali entro il termine fissato dalla legge, in attesa di ricevere informazioni sulla propria posizione a fronte di istanze formali non esitate dall’Ente di riscossione nei prescritti 30 giorni per il rilevante numero di richieste giacenti;

- della stessa pubblica amministrazione nella misura pari al mancato incasso dei diritti spettanti per la riproduzione e l’estrazione dei dati e a danno di altri Enti pubblici interessati a ricevere da Riscossione Sicilia informazioni tempestive per l’esercizio delle proprie funzioni istituzionali.

La disponibilità dei dipendenti “infedeli” di Riscossione Sicilia

Questa "disponibilità" si traduceva nell’estrazione dal sistema informatico dell’Ente di informazioni afferenti a cartelle esattoriali e relate di notifica degli atti dell’Agente di Riscossione e nella loro celere trasmissione ai richiedenti, sia tramite posta elettronica che mediante consegna a mano presso il domicilio di Sergio Rizzo o presso lo studio del figlio Settimo Daniele. Ciò in evidente violazione dei regolamenti interni che prescrivono, tra l’altro, la presentazione di un’istanza in forma scritta, corredata da eventuale delega e copia del documento d’identità del contribuente, che va debitamente protocollata.

L’ex dipendente di Riscossione Sicilia, Claudio Bizzini, anch’egli collaboratore dello studio Rizzo, sottoposto alle direttive impartite da Sergio Rizzo, si avvaleva di un proprio illecito e costante canale informativo interno a Riscossione rappresentato da Matilde Giordanella, la quale, con una remunerazione variabile tra i 15 e i 70 euro, si prestava anch’ella ad accedere abusivamente al sistema informatico al fine di fornire a Bizzini estratti ruolo e relate di notifica. In relazione agli episodi corruttivi, oltre ai pagamenti in contanti effettuati per la ricezione delle informazioni da Riscossione Sicilia, nel corso delle indagini sono stati registrati anche i due seguenti episodi:

- l’acquisto da parte dell’Avv. Sergio Rizzo di televisori e condizionatori, per un controvalore di 5.000 euro, destinati ad un’attività di B&B avviata da un familiare di Rosario Malizia; il dipendente di Riscossione Sicilia, nel commentare telefonicamente il dono ricevuto, afferma di meritarselo in quanto “è il minimo che potesse fare dopo una vita” di sacrifici ... “anni di sacrifici ... di notte, di giorno, con l’acqua, con la neve”;

- l’ottenimento, per opera degli Avvocati Rizzo, di un impiego presso un centro di fisioterapia catanese per un familiare di Giovanni Musmeci dove avrebbe svolto un’attività di tirocinio per 4 ore giornaliere a fronte delle 6 ore che avrebbe falsamente attestato; nel commentare la ricezione della posizione lavorativa, il beneficiario sottolinea come “il miracolo lo ha fatto nel senso che, piuttosto che due anni, il tutto si riduce a un anno”.

In definitiva, le risultanze investigative complessive rappresentate dal nucleo di polizia economico- finanziaria di Catania hanno, dunque, posto in luce un quadro corruttivo alimentato da un sistematico abusivo accesso ai sistemi informatici dell’Ente pubblico attraverso il quale alcuni funzionari di Riscossione Sicilia hanno, nei fatti, operato alle dipendenze di uno studio legale privato non servendo più l’interesse pubblico.

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