Accusato di aver asportato organi sani dai suoi pazienti: assolto in appello
Il calvario di Ignazio Massimo Civello è durato 10 anni. La Corte d'appello di Catania ha revocato tutte le statuizioni civilistiche relative ai risarcimenti, al rimborso di spese legali ed alle provvisionali
Era il 9 gennaio del 2011 quando Ignazio Massimo Civello, noto e stimato primario di Chirurgia dell'ospedale di Ragusa, fu arrestato con l'accusa di avere "asportato organi sani per lucro". A distanza di dieci anni, oggi, è stato assolto in appello con formula piena dai reati di concussione, falso e lesioni gravissime. Lui, che in passato fece anche parte dell'équipe chirurgica che operò Papa Giovanni Paolo Secondo, lo definisce "un calvario lungo dieci anni". La Corte d'appello di Catania ha inoltre revocato tutte le statuizioni civilistiche relative ai risarcimenti, al rimborso di spese legali ed alle provvisionali.
Nell'ottobre del 2016, il professor Civello, assistito dagli avvocati Michele Sbezzi del Foro di Ragusa e Giovanni Grasso del Foro di Catania venne condannato a sette anni e sei mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali, alla esclusione dall'attività lavorativa pubblica, interdizione perpetua dai pubblici uffici, e risarcimento danni e spese legali e processuali. "Dopo un percorso giudiziario che è stato un vero calvario, durato numerosi anni, finalmente il giudizio della Corte d'appello è intervenuto con il giusto equilibrio su una vicenda che ha sconvolto la vita personale e professionale del professor Civello", dicono adesso i suoi legali. Secondo l'accusa, il noto professionista, avrebbe indotto i pazienti ricoverati "a farsi operare a pagamento", ma soprattutto "avrebbe asportato organi sani, in modo da far lievitare il costo dell'intervento chirurgico, facendo credere ai degenti di essere invece ammalati di tumore".