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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Quando si uscirà di casa da positivi, l'ok alle visite ai familiari ricoverati e le regole da oggi sulle mascherine

Ad aprile in Italia si può arrivare alla revoca dell'obbligo di isolamento dei contagiati, inizialmente solo se asintomatici. Visite ai propri cari ricoverati in ospedale per 45 minuti dal 10 marzo. Da oggi primo parziale addio ai dispositivi di protezione

Omicron rallenta, meno 27,9% dei contagi nell'ultima settimana. La curva dei decessi sarà l'ultima a calare. Intanto però si allenta sempre più la pressione sugli ospedali. Soltanto secondo l'ultimo bollettino, 578 ricoverati in meno nei reparti ordinari e 28 nelle terapie intensive. Da oggi finisce l'obbligo di mascherine all'aperto, e c'è chi ritiene opportuno accelerare anche su tutto il resto (come dice tra l'altro a Today anche il senatore M5s Iunio Valerio Romano).  Oggi riaprono discoteche e locali da ballo, al 50% della loro capienza se al chiuso, al 75% all'aperto. Nei locali al chiuso si potrà stare senza mascherina solo mentre si balla in pista. Ci sono anche altre novità all'orizzonte, e non da poco, nonostante sia difficile dare date certe. Ma oggi sui quotidiani si affacciano le prime ipotesi della nuova normalità che ci aspetta.

Stop isolamento: i positivi potranno uscire lo stesso? 

Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, si sbilancia affermando "che anche noi, come il Regno Unito, arriveremo alla revoca dell'obbligo di isolamento dei positivi, inizialmente solo se asintomatici", che dovrebbero però portare la mascherina Ffp2 fino alla negativizzazione. E' il passo avanti chiave, non ancora dietro l'angolo, perché il governo non intende compierlo fino a che il numero di contagi non scederà almeno a 50 casi settimanali ogni 100 mila abitanti, valore di incidenza sotto il quale è possibile riprendere a fare efficacemente (in teoria) il tracciamento. Al momento l'incidenza è ancora altissima, a quota 970, ma continuando di questo passo l'obiettivo potrebbe essere centrato, secondo la Stampa, ad aprile, a inizio primavera.

Il modello, se si seguirà quella strategia, è il Regno Unito. In Inghilterra si torna a breve alla normalità pre-Covid, "perché con il virus si deve convivere". Lo ha annunciato poco più di 24 ore fa in aula il primo ministro britannico Boris Johnson, secondo cui il "lunedì in cui il Parlamento tornerà a riunirsi", ossia il 21 febbraio, "visti i dati confortanti, rimuoveremo l’ultima restrizione anti coronavirus un mese prima del previsto: e cioè, i positivi al Covid non dovranno più isolarsi". Di fatto, se si contrarrà il Covid, si potrà continuare a vivere normalmente, senza isolarsi o andare in quarantena, anche se come con l’influenza sarà consigliato non andare a lavoro. Quella dell’auto isolamento è in effetti l’ultima vera restrizione anti Covid in vigore. Il superamento delle restrizioni arriverebbe in anticipo di un mese rispetto alla data prevista inizialmente, che era il 24 marzo. Tutto a patto che continui il "trend incoraggiante" delle ultime settimane, in cui si vede un calo dei contagi del 20% e delle ospedalizzazioni del 10%.

Visite in ospedale di 45 minuti dal 10 marzo

Inoltre dal 10 marzo si potrà tornare a far visita per 45 minuti al giorno ai propri cari ricoverati in ospedale. A prevederlo è un emendamento al decreto legge 221 approvato ieri dall'Aula del Senato. Come per le Rsa l'accesso sarà consentito solo ai possessori del Super Green Pass e con le mascherine Ffp2. "Oggi i familiari possono entrare solo nelle sale d'attesa e con durate molto variabili", specifica la prima firmataria, Annamaria Parente. Il decreto dovrà essere approvato entro il 22 febbraio, ma la strada sembra segnata.

"Con questo emendamento - precisa Parente, presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato - abbiamo colto le istanze di tante associazioni e persone singole, che ci hanno testimoniato le loro storie di sofferenza e dolore nel non poter far visita a parenti allettati in ospedale, con gravi malattie, come tumori e non solo. Se, infatti, tanti direttori sanitari hanno riaperto l'accesso ai reparti di degenza ospedalieri per consentire le visite ai propri cari, molti altri non lo hanno fatto. Fino ad oggi l'accesso ai familiari è consentito solo in sale d'attesa e con durate molto variabili, ma comunque brevi, nonostante vi siano state esperienze positive di aperture senza che ne siano scaturiti cluster. Era necessaria una norma che facesse chiarezza e ristabilisse uniformità".

Stop alle mascherine all'aperto da oggi 11 febbraio

Mascherine all'aperto, da oggi venerdì 11 febbraio stop all'obbligo in Italia. L'ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, prevede comunque che anche in zona bianca vengano sempre portate con sé e restino obbligatorie in caso di assembramenti. Fa eccezione la Campania: l'ordinanza del governatore Vincenzo De Luca dispone il mantenimento di obbligo di mascherina all'aperto.

Nel resto di Italia, le mascherine sono obbligatorie al chiuso fino al 31 marzo e già si guarda oltre quella data. Ma alcuni esperti avvertono: è troppo presto per eliminarle con questa circolazione del virus e la variante Omicron. Ieri sono stati 75.861 i nuovi contagi da coronavirus e sono stati registrati altri 325 morti, secondo i dati e i numeri Covid - regione per regione - del bollettino della Protezione Civile e del ministero della Salute.

Nell'ordinanza sulle mascherine del ministro della Salute si legge che "fino al 31 marzo 2022 è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private". Il provvedimento specifica inoltre che l'obbligo "non sussiste quando, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantito in modo continuativo l’isolamento da persone non conviventi. Sono fatti salvi, in ogni caso, i protocolli e le linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché le linee guida per il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici o aperti al pubblico". "Le disposizioni sull’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie - prosegue il documento - sono comunque derogabili esclusivamente in applicazione di protocolli validati dal Comitato tecnico-scientifico". Si precisa inoltre che l'uso della mascherina "integra e non sostituisce le altre misure di protezione dal contagio".

Obbligatorio averne una sempre con sé

Obbligatorio, fino al 31 marzo, portare sempre con sé la mascherina e indossarla anche all'aperto in caso di assembramento, secondo quanto prevede l'ordinanza. "Fermo restando quanto diversamente previsto da specifiche norme di legge o da appositi protocolli sanitari o linee guida, nei luoghi all'aperto - si legge nel documento - è fatto obbligo sull'intero territorio nazionale di avere sempre con sé i dispositivi di protezione delle vie respiratorie e di indossarli laddove si configurino assembramenti o affollamenti". Durante l'attività sportiva non è obbligatorio indossare le mascherine di protezione anti-Covid, sottolinea l'ordinanza firmata dal ministro della Salute. Il provvedimento ricorda anche che "non hanno l’obbligo di indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie: i bambini di età inferiore ai sei anni; le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché le persone che devono comunicare con un disabile in modo da non poter fare uso del dispositivo".

"Mascherine al chiuso almeno fino all'estate"

Cosa succederà dopo il 31 marzo? "Le mascherine al chiuso dovremo tenerle almeno fino all'estate" dice Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute. "Ora le togliamo all'aperto ma con la cautela di portarle con sé e, nel momento in cui anche all'aperto ci sia un assembramento o un ravvicinamento, di indossarle. Questo - ammonisce lo scienziato - non è stato enfatizzato abbastanza. Quando uno sta da solo in mezzo alla strada, al momento con questa circolazione del virus non c'è pericolo, ma nel momento in cui c'è un assembramento sì". "E a maggior ragione al chiuso, dove è una follia togliere le mascherine - avverte Ricciardi - perché questa variante è straordinariamente contagiosa e infettiva e, nel momento in cui c'è un soggetto suscettibile che non è vaccinato, oppure non è protetto anche se vaccinato, si prende il virus sicuramente. Quindi al chiuso non se ne parla proprio: le mascherine vanno portate ancora per un periodo di tempo".

Di "follia" parla anche Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, al Tg di Cusano Italia Tv. "Con il fatto che si sta avvicinando la scadenza dello stato di emergenza", il 31 marzo, "nel dibattito scientifico e politico si stanno introducendo termini che ci convincono poco. Si parla di un virus rabbonito o di fine pandemia. Sono distorsioni della realtà molto azzardate. Si parla anche di abolizione delle mascherine al chiuso, che in questo momento mi sembrerebbe una follia" dice Cartabellotta. Lo stop alle mascherine al chiuso sembra un'ipotesi per ora più lontana.

Fonte: Today.it 

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