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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Disagi alle piscine di Nesima, la protesta dell'associazione "Come Ginestre"

Gli associati denunciano "la loro indignazione dinanzi all'incapacità dell'amministrazione comunale di far fronte ad un semplice guasto ad un motore, a rischio rottura da tempo, bloccando le attività della vasca ambientamento"

E' stata indetta una conferenza, questa mattina, presso il piazzale del parcheggio delle Piscine Comunali di Nesima, organizzata dall'associazione "Come Ginestre" con gli associati per dimostrare "l'indignazione dinanzi all'incapacità dell'amministrazione comunale - si legge nella nota - di far fronte ad un semplice guasto ad un motore, a rischio rottura da tempo, bloccando le attività della vasca ambientamento, principalmente utilizzata da persone disabili fisici e psichici, con difficoltà motorie, da dieci giorni, per semplici giochi di competenza".

"Dapprima con l'aumento sproporzionato del 62%, secondo noi illegittimo ed insostenibile - continua la nota dell'associazione - delle tariffe sugli spazi acqua. Quest'ultimo ha indotto il Delegato Regionale della FINP (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico) a fare richiesta all'Assessore allo Sport di Catania di applicare la gratuità degli spazi per le società paralimpiche operanti presso le piscine di Nesima, così come è avvenuto a Palermo. Ancora nessuna risposta ci è pervenuta.

Lo sport catanese, ed in particolare il nuoto, sta morendo per colpa di una scarsa attenzione politica. Per questo, le famiglie, gli atleti ed il direttivo dell'associazione chiedono al Sindaco ed agli organi competenti una risposta urgente, chiara e definitiva sul futuro dello sport natatorio a Catania e della piscina di Nesima (l'unica a Catania ad essere accessibile alle persone disabili). 

Inoltre, desidero fare presente al Sindaco del Comune di Catania, che chiudere sistematicamente la struttura significa, oltre che creare disagi, interrompere l'attività ed annullare tutti i benefici fisici e di integrazione sociale che da essa ne traggono le persone con disabilità e con difficoltà motorie che ne fanno uso. 

Ci rivolgiamo, anche, al Prefetto di Catania per aiutarci a mettere fine a questa ingiustizia sociale, che penalizza sempre le fasce più disagiate, e ci aspettiamo con un atto di responsabilità una definitiva risoluzione del problema anche per gli anni futuri. Siamo stanchi di chiedere che venga rispettato un nostro diritto (usufruire delle piscine) visto che noi fino ad oggi abbiamo rispettato il nostro dovere (pagare), nonostante i notevoli disagi subiti.

Chiedo agli organi d'informazione, come hanno sempre fatto, il loro sostegno, affinché assieme, possiamo abbattere questa forma di discriminazione sociale (Legge 1 marzo 2006, n. 67, "Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni", Art. 2) e ringrazio per la vostra l'attenzione su queste problematiche e per il sostegno a costruire la cultura del diritto a vivere liberi come tutti".

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