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Cronaca

Dispersione scolastica tra le più alte d'Europa: il "caso" Catania tra periferie ghetto e incompiute

La relazione della commissione regionale antimafia ha analizzato il fenomeno dell'evasione scolastica e dei rischi di reclutamento di giovani da parte della criminalità organizzata. Nel Catanese la realtà non è cambiata rispetto a 30 anni fa: poche infrastrutture e interi quartieri abbandonati

Secondo gli ultimi dati la Sicilia occupa nel 2020 il primo posto per dispersione scolastica con una percentuale del 19,4% degli studenti: un tasso incredibilmente alto e fortemente preoccupante, nonostante sia diminuito di tre punti percentuali rispetto all’anno precedente in linea con una inversione di tendenza che ha riguardato, in generale, tutta l’Italia meridionale. Si tratta dei dati tra i più alti in Europa e proprio sul fenomeno della dispersione scolastica si è concentrato il lavoro della commissione regionale antimafia che ha realizzato un'articolata relazione, con un riferimento particolare al legame che sussiste tra l'evasione dell'obbligo di frequenza e il reclutamento dei giovani da parte delle associazioni criminali.

La relazione sintetizza otto mesi di lavoro intenso – 65 audizioni svolte dal luglio 2021 fino al febbraio 2022 – in cui la commissione presieduta dal deputato etneo Claudio Fava ha cercato. anche con la collaborazione dell'ex magistrato Teresa Principato, di dare una risposta alle preoccupazioni manifestate in più occasioni da parte dei Procuratori del Tribunale dei Minori oltre che da operatori scolastici, socio-assistenziali, socio-sanitari e del Terzo settore a fronte dei dati sempre più allarmanti sulla dispersione scolastica in Sicilia e, più in generale, sulle condizioni di estremo disagio sociale in cui versano i minori delle aree periferiche delle città siciliane.

Le criticità: poca sinergia tra istituzioni, scarso personale e burocrazia 

Seppur la Regione - tramite l'assessore all'Istruzione Lagalla - abbia messo in campo un piano straordinario 2021-2023 della dotazione di 32 milioni di euro per la lotta alla dispersione scolastica e alla povertà educativa vi sono diverse problematiche sul tappeto: una scarsa sinergia tra le istituzioni dopo la segnalazione di un caso di evasione, una trafila burocratica farraginosa e un numero di personale - specie sul versante assistenti sociali - insufficiente.

Le procedure le ha illustrate alla commissione il presidente del Tribunale per i minori di Catania Roberto Di Bella: "C’è un vecchio decreto legislativo il quale prevede che la scuola segnali ai servizi sociali. I servizi sociali contattano la famiglia: si prova ad esperire un tentativo di avvicinamento alle istituzioni e, se questo fallisce, la segnalazione deve
essere fatta al sindaco che può contattare l’autorità giudiziaria. È una procedura molto farraginosa". Procedura spesso lunga e che si perde nei meandri della burocrazia e per questa ragione lo stesso presidente cita il progetto di Reggio Calabria "Liberi di scegliere".

"In Calabria l’esperienza nasce da 25 anni di affinità - spiega Di Bella alla commissione -  mi sono trovato a giudicare prima i padri e poi figli, tutti con gli stessi cognomi. Insieme ai colleghi abbiamo deciso che bisognava fare qualcosa di più e non gestire questa vicenda soltanto dal punto di vista penale, ma intervenire in via preventiva con delle misure civili: la decadenza della responsabilità genitoriale e, nei casi estremi di conclamato giudizio, l’allontanamento dei minori dal nucleo familiare e dalla Calabria. Sono provvedimenti temporanei che durano fino al diciottesimo anno di età dei ragazzi mandandoli in strutture comunitarie, ma anche in famiglie di volontari. Io dico sempre che una sorta di progetto “Erasmus” della legalità".

Un modello che ha salvato più di 80 ragazzi calabresi e che ha colmato il vuoto istituzionale che spesso si creava. Questo tipo di intervento è stato traslato anche a Catania con un accordo prefettizio: i dirigenti scolastici, in presenza di un certo numero di assenze, devono fare la segnalazione direttamente all’autorità giudiziaria minorile. Di Bella spiega che poi si passa alla convocazione del genitore e poi scattano provvedimenti "progressivi": "Ad esempio, facciamo delle prescrizioni. Se le prescrizioni non vengono rispettate, arriviamo all’inserimento dei ragazzi in comunità a semiconvitto o in comunità a convitto intero, previa, chiaramente, decadenza dalla responsabilità genitoriale e nomina di un tutore". 

Inoltre secondo il presidente del Tribunale dei minori si dovrebbero prevedere delle segnalazioni all'Inps per fare in modo che ai genitori percettori di reddito di cittadinanza che non assolvono all'obbligo di frequenza scolastica dei figli venga tolto il sussidio: "Ci sono migliaia e migliaia di persone a Catania, soprattutto in quei quartieri, che vivono direddito di cittadinanza... Allora cominciamo a incidere sul reddito di cittadinanza. Tu percepisci questo reddito? Devi essere un buon cittadino, devi mandare i figli a scuola, se non lo fai bisogna intervenire".

Per quanto concerne la carenza di personale dedicato alla risoluzione del problema evasione scolastica l'assessore comunale Giuseppe Lombardo ha fatto il punto: a Catania attualmente vi sono soltanto 26 assistenti sociali, molti dei quali andranno in pensione nell’anno 2022. Di recente è stato pubblicato un bando di assunzione di 60 assistenti sociali del distretto di cui circa 50 andranno a Catania.

I quartieri "ghetto": Librino, San Giorgio, Zia Lisa e San Cristoforo

Il quadro della dispersione scolastica a Catania varia da zona a zona: vi sono ancora profonde differenze tra i quartieri della "città bene" e le periferie che risultano marginalizzate. Quartieri come ghetti - ad esempio i popolosi e degradati Librino, San Giorgio, Zia Lisa e San Cristoforo - ove i ragazzi non frequentano la scuola e a volte finiscono nelle retate contro lo spaccio di polizia e carabinieri. I loro miti - come racconta il presidente del Tribunale dei minori - sono personaggi come Nitto Santapaola: "Spessissimo ho sentito dire a dei ragazzi che noi incontriamo che quelle sono persone che hanno fatto del bene alla città. In questi quartieri di fatto – mi spiace dirlo – si entra soltanto per controlli formali e non si riesce ad evitare che si svolgano le più svariate attività illegali, dalla minuta alla più grave, con il coinvolgimento dei minorenni. I ragazzi non vanno a scuola, guidano macchine o motorini senza avere la patente, vanno a cavallo, guidano calessi...Non ci sono controlli, se non molto sporadici".

In alcune zone la dispersione raggiunge il 22% tra i minori di età compresa tra i 6 e i 16 anni. Per questa ragione è stato istituito un osservatorio metropolitano sulla questione minorile, che ha sede in prefettura e che ha fatto già diversi incontri nei quartieri. Le criticità insistono nella scarsezza di infrastrutture: spesso le scuole sono parzialmente inagibili, a volte incomplete e in altri casi non sono attrattivi, senza palestre o altri spazi comuni di rilievo.

Altre volte ci sono dei rifiuti nel trasferire le scuole a Librino, come il caso dell'istituto d'Arte. In altri casi come il secondo plesso del “San Giorgio” (ricadente al confine con Librino) che è incompiuto: "È rimasto un cantiere aperto - spiega la dirigente . cosa per la quale sono state inoltrate in questi anni richieste reiterate di completamento all’amministrazione comunale, perché a quella noi afferiamo. In quel plesso manca la palestra, manca l’auditorium e mancano delle strutture di completamento che dovrebbero consentire a tutta l’utenza di fruire del tempo scuola in un certo modo".

La struttura è incompiuta da oltre vent'anni ma non è la sola, tanto che l'assessore comunale Barbara Mirabella dice alla commissione: "E' bene che si sappia che molte scuole che si proverà a rintracciare con Google Maps non verranno trovate perché sono state inaugurate e mai collaudate". 

"La “San Giorgio” è come quelle belle donne  - prosegue Mirabella - che si sono rifatte e dietro sono però delle persone anziane. È una scuola costruita su un terreno argilloso. È una scuola mai collaudata. È una scuola che ha delle straordinarie foto di taglio del nastro e che ha i locali per la piscina, il parcheggio, con un bellissimo ascensore che quando piove porta su dal basso tutta l’acqua che raccoglie dal terrapieno".

L'eterna incompiuta: il Teatro Moncada

Il nostro giornale si è occupato a più riprese dell'eterna incompiuta che oltre a costituire uno spreco di risorse pubbliche è un'occasione sprecata per la crescita culturale e sociale del quartiere di Librino. 

Risorse spese a più riprese per un teatro che ha visto più inaugurazioni che rappresentazioni. Costruito per non venire mai utilizzato. Oggi è uno scheletro abbandonato all’incuria e alla devastazione. Don Sapienza, parrocco della "Madonna del Divino Amore" ha ricostruito la storia della struttura, risalente alla sindacatura Scapagnini, parlando di un grande progetto rimasto però come "una struttura da depredare, anche questo indica la distanza tra Catania e Librino".

"Quello che poteva essere uno strumento al servizio del quartiere, per il suo processo di “positiva normalizzazione” ha finito per diventare un monumento allo spreco di denaro pubblico, all’irresponsabilità amministrativa, a un ceto politico pronto a inaugurare per poi dimenticare tutto", laconica – se non rassegnata – la risposta dell’assessora Barbara Mirabella. Dopo tagli del nastro e inaugurazioni non rimane nulla se non il degrado. E questo aumenta le distanze tra le periferie ghetto e la "Catania bene". 

Per il presidente della commissione antimafia Fava "l’ascensore sociale nelle periferie siciliane si è fermato ai piani alti. Ma si tratta di un esito che non può essere accettato o, ancor peggio, passivamente subito. A tal riguardo la relazione della Commissione Antimafia lancia una serie di suggerimenti al Parlamento siciliano nella prospettiva di un comune sforzo fra tutti gli attori istituzionali: la necessità di una legge regionale che raccolga e coordini le buone prassi esistenti; l’urgenza di dotarsi di un’anagrafe scolastica e di un piano dell’infanzia regionali; l’importanza di ricostituire la Commissione regionale per i problemi della devianza e della criminalità; l’imprescindibile valorizzazione delle figure dei garanti locali".

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