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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

"Gravi irregolarità contabili", l'ex amministrazione Bianco sotto accusa

Le sanzioni chieste dalla Procura per gli amministratori sono rilevanti: per Bianco si parla di oltre 97 mila euro, per gli ex assessori Bosco e D'Agata 88 mila euro ma anche per gli ex revisori vengono chieste cifre oscillanti tra i 42 mila e i 28 mila euro

Nel lungo ricorso della procura generale della Corte dei Conti, vergato dai procuratori Albo e Tomasi, viene ripercorsa l'intera stagione amministrativa dell'ex sindaco Enzo Bianco, della sua giunta e dei revisori dei conti. Una stagione passata ai raggi x e che, secondo le accuse, avrebbe determinato il dissesto del Comune per la cifra monstre di 1,6 miliardi euro. Il provvedimento della Corte dei Conti ha chiesto l'interdizione per 10 anni e sanzioni per 1,2 milioni ai componenti dell'amministrazione nonché al collegio dei revisori dei conti dell'epoca. La prossima udienza, per discutere dei ricorsi, si terrà il prossimo 23 luglio a Palermo ma il provvedimento ha duramente posto sotto accusa l'operato della giunta precedente.

Come scrivono i procuratori della Corte dei Conti, il piano di riequilibrio avrebbe evidenziato diverse criticità con una "persistente difficoltà nel riscuotere le entrate proprie, un cronico ricorso all’anticipazione di tesoreria, un mantenimento in bilancio di una quota elevata di residui attivi di dubbia esigibilità, una mancanza di una fedele rappresentazione contabile dei rapporti con le società partecipate,un'inclusione nei servizi in conto terzi di voci che non rientrano nelle partite di giro, una presenza di debiti fuori bilancio di rilevante". Nel documento della magistratura contabile viene ripercorso, cronologicamente, tutto l'iter che dal piano di riequilibrio ha portato poi la giunta Pogliese alla dichiarazione di dissesto.

Il piano di riequilibrio, nei fatti, non sarebbe stato rispettato dagli ex amministratori e anzi avrebbe fatto registrare un "incremento delle passività da ripianare, in assenza di un proporzionato aumento delle risorse".

"Questo, peraltro - si legge nel documento della Corte dei Conti - senza considerare le ulteriori passività emerse e non ricomprese nel piano, rappresentate dal maggiore disavanzo, dal continuo incremento dei debiti fuori bilancio, dalla difficile definizione dei rapporti con le società partecipate". Il disavanzo, quindi, sarebbe cresciuto costantemente negli anni: dai 140 milioni del 2011 sino ai 169 nel 2014 dissattendendo così "i risultati programmati con il processo di risanamento e celando una rivisitazione straordinaria dei residui che non era stata compiuta in maniera puntuale né al momento del ricorso alla procedura di riequilibrio pluriennale, né al momento dell’introduzione della contabilità armonizzata nel 2015".

Sotto accusa anche la "gestione" delle partecipante con un piano sottostimato, secondo la procura generale della Corte dei Conti, rispetto ai debiti accertati di 41 milioni di euro per Sidra, rispetto agli oneri complessivi pari a 12,9 milioni di euro derivanti dalla liquidazione dell'Amt. Per l'azienda dei trasporti viene imputato anche il "mancato controllo per l'estinzione tempestiva delle posizioni debitorie verso l'erario e verso l'Inps". Nel mirino della Corte dei Conti anche la condotta dei revisori dei conti, un collegio che secondo le accuse non aveva esaminato "in maniera dettagliata le cause del dissesto [...] quasi a voler giustificare il proprio operato". Il piano di riequilibrio, voluto e approvato dalla precedente giunta Stancanelli e "adottato" da quella Bianco, inserisce - secondo le accuse - l'amministrazione del sindaco Pd  a "pieno titolo nella catena causale di una mala gestio originata dalla precedente amministrazione ma senza esitazione e senza soluzione di continuità perseverata dalla giunta Bianco”.

Ciò che viene contestato è anche il mancato ricorso a dei correttivi per "fronteggiare le gravi irregolarità contabili e la rilevante crisi finanziaria dell’ente, pur dovendolo fare quale organo esecutivo di governo, e per di più, con la loro mala gestio hanno determinato un ulteriore e progressivo aggravamento della situazione finanziaria dell’ente".

"Peraltro - scrivono i procuratori - l’ampio arco temporale interessato dalle irregolarità contabili, le reiterate e numerose violazioni di precetti normativi e dei principi contabili, le plurime segnalazioni del collegio dei revisori e della Sezione di controllo sempre disattese contribuiscono a confermare il cosciente e volontario concorso degli amministratori alla violazione delle regole contabili". Le sanzioni chieste dalla procura per gli amministratori sono rilevanti: per Bianco si parla di oltre 97mila euro, per gli ex assessori Bosco e D'Agata 88mila euro ma anche per gli ex revisori vengono chieste cifre oscillanti tra i 42mila e i 28mila euro.

Adesso si attenderà l'udienza di luglio ma c'è anche un'altra tappa giudiziaria, stavolta penale, da attendere. Infatti il gip dovrebbe decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio per 30 indagati (amministratori e dirigenti dell'epoca Bianco) per il reato di falso in atto pubblico.

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