Dottoressa violentata a Trecastagni, Cgil: "Serafina Strano vorrebbe tornare al lavoro"
A chiederlo è proprio la dottoressa vittima di violenza sessuale che ritiene necessario tornare a lavoro, ma le perizie al momento non lo consentono
Serafina Strano, la dottoressa della Guardia medica di Trecastagni vittima di violenza sessuale mentre si trovava in servizio, chiede di tornare a lavorare. Conserva tutte le sue energie ed è certa che essere riammessa al suo ruolo di medico, al servizio dei pazienti, possa essere uno dei più importanti strumenti per il suo recupero psico fisico. Ma le perizie non permettono ancora che ciò possa avvenire.
!L'Ordine dei Medici, inoltre, avrebbe dovuto fare la sua parte affinché venisse facesse giustizia nel migliore dei modi possibile, costituendosi per esempio parte civile. Ma non lo ha fatto". La Cgil e la FP Cgil di Catania lanciano dunque un appello affinché la dottoressa Strano, che in questi mesi ha girato l'Italia testimoniando con forza contro la violenza sulle donne a tutti i livelli, compresi quelli istituzionali, non venga abbandonata proprio in questa delicata fase post traumatica.
"Siamo certi che stare accanto ad una lavoratrice che ha subito una violenza di tale portata, non possa e non debba significare solo una pacca sulla spalla. Serafina è una guerriera, una donna piena di risorse e vuole tornare al lavoro. Certo, ha subito un'esperienza che strazierebbe chiunque ma vestire di nuovo il camice significherebbe essere di nuovo utile alla collettività, infondere nuovo coraggio a se stessa e al prossimo - sottolineano il segretario generale della Cgil di Catania, Giacomo Rota, il segretario di Fp Cgil Turi Cubito e la responsabile del Coordinamento donne Cgil, Angela Battista- E l' Ordine dei Medici avrebbe dovuto dimostrare come si sta accanto ai propri iscritti in casi eclatanti come questo. Ci chiediamo come mai non si sia costituito parte civile. Ci risulta infatti che l'Ordine dei medici di Palermo, in un comunicato stampa dello scorso anno, abbia dichiarato che tutti gli Ordini siciliani avrebbero dovuto costituirsi parte civile nei processi che avrebbero visto il personale medico e paramedico degli ospedali siciliani vittima di aggressioni verbali e fisiche. La Cgil lotta da sempre e ogni giorno accanto alle donne lavoratrici e non a caso quest'anno ha dedicato il Primo maggio alle vittime di violenza. Rimarremo accanto a Serafina, in nome di tutte le lavoratrici che subiscono pressioni, molestie e violenza in quanto donne, dentro e fuori i luoghi di lavoro. Ora ci aspettiamo delle risposte".