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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Traffico internazionale di cocaina tra Italia e Colombia: Catania base logistica

L'indagine eseguita dalla guardia di finanza ha delineato una diffusa operatività degli arrestati in Italia, tra Catania, Roma, Milano, Genova e Verona. Il collegamento investigativo con le forze dell'ordine messicane ha consentito di ricostruire l'intera catena di fornitura della cocaina

I finanzieri del comando provinciale della guardia di finanza di Catania, con il supporto e la collaborazione della direzione centrale per i servizi antidroga e del servizio centrale investigazione criminalità organizzata, hanno dato esecuzione a 2 provvedimenti di fermo della Dda etnea nonché ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere (con contestuale applicazione di un mandato di arresto europeo, Mae) emessa dal Gip del Tribunale di Catania nei confronti di 5 ulteriori soggetti.

I sette destinatari di misure restrittive sono componenti di un'associazione internazionale finalizzata all'importazione e al traffico di cocaina, operante tra Italia, Spagna, Messico e Colombia. Secondo quanto riporta una nota sono stati sottoposti a sequestro 406 kg. di cocaina oggetto anche di una consegna controllata da Bogotá (Colombia) fino a Catania previa richiesta di rogatoria della Procura Distrettuale di Catania alle corrispondenti Autorità della Colombia. 

I retroscena dell'operazione

Il 4 febbraio, in particolare, a Barcellona, sono stati arrestati 2 dei 5 soggetti destinatari del mandato di arresto europeo, mentre sono ancora ricercati 2 messicani e un uomo del Guatemala destinatari dello stesso mandato per associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Il sequestro riguarda circa 386 kg di cocaina (confezionata in 342 panetti e 6 buste), oggetto di una consegna controllata da Bogotá a Catania. Da quanto riferito dalle Autorità colombiane, non si sono registrate in passato esperienze operative analoghe.

L'ingente quantitativo di cocaina, purissima, prodotto in Colombia nella regione del Cauca, è stato importato in Italia, per la rivendita sul territorio europeo, dagli arrestati, legati al potentissimo cartello messicano di Sinaloa. I due fermati, ad Affi (Verona), nei pressi del Lago di Garda, misura poi convalidata dal gip di Verona, sono entrambi del Guatemala: Daniel Esteban Ortega Ubeda, detto "Tito", 35 anni; e Felix Ruben Villagran Lopez, detto "Felix", 48. "Tito" e "Felix", sostengono gli inquirenti, sono diretta emanazione del cartello messicano e sono stati chiamati ad eseguire in Italia gli ordini impartiti da una figura di vertice dell'organizzazione criminale estera, il messicano Jose Angel Rivera Zazueta (33), chiamato "el flaco". E' anche lui tra i destinatari del mandato d'arresto europeo, ma dell'uomo non vi sono tracce in Europa nè in Italia, dove gli investigatori hanno raccolto elementi di prova che documentano l'organizzazione e la presenza a più incontri finalizzati a definire l'importazione di rilevantissime partite di cocaina definendo, nei dettagli, le modalità d'ingresso e di smistamento dello stupefacente.

400 chili di coca nascosta nei libri

L'indagine eseguita dalla guardia di finanza ha delineato una diffusa operatività degli arrestati in Italia, tra Catania, Roma, Milano, Genova e Verona. Il collegamento investigativo con le forze dell'ordine messicane ha consentito di ricostruire l'intera catena di fornitura della cocaina, attività gestita dal cartello messicano dalla zona di produzione della Colombia fino a Catania, meta prescelta quale punto di arrivo e smistamento. A Bogotá i narcos messicani, avvalendosi, tra gli altri, dei 2 corrieri del Guatemala fermati - e di un altro intermediario, Luis Fernando Morales Hernandez (33), anch'egli del Guatemala, non rintracciato in Europa, chiamato "el suegro" per il suo legame parentale con "Felix" - avevano concentrato in tre distinte fasi il carico dei 386 kg circa di cocaina, che doveva essere convogliato a Catanianel più breve tempo possibile. Nel frattempo l'autorità giudiziaria colombiana (la Fiscalìa Especializada contra el narcotrafico), in diretto contatto con la Finanza italiana, ha disposto una "consegna controllata" dello stupefacente che, con un volo merci, è giunto a Catania l'11 gennaio.

Con l'arrivo della cocaina sono sbarcavati a Catania anche i narcos "Tito" e "Felix" che, nella città etnea, in costante collegamento con il loro capo messicano ("el flaco"), hanno organizzato l'avvio di consegne prova dello stupefacente. Una prima partita di cocaina (3 kg circa) è stata spedita a Verona, dove sarebbe stata proposta ad acquirenti italiani. Con la partenza del carico "prova", autorizzata da un decreto di ritardato sequestro, i finanzieri del Gico di Catania hanno acquisito ulteriori elementi indiziari sulla "paternità" della cocaina che sarebbe stata immessa in innumerevoli piazze di spaccio italiane ed europee. Nella provincia di Verona sono così arrivati un emissario del "flaco" - direttamente dal Messico: Salvador Ascencio Chavez (53 anni) detto "chava", messicano, anch'egli destinatario del mandato di arresto europeo per associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico e non localizzato - con 2 rappresentanti delle organizzazioni criminali acquirenti: Mauro Da Fiume (56 anni) di Sanremo, emigrato in Spagna nella fascia costiera di Barcellona (Carnet De Mar), già noto per diversi precedenti in materia di stupefacenti in alcuni dei quali risultava in affari con esponenti di 'ndrine calabresi del Nord Italia; e Sergio Garcia Riera (42 anni), di Barcellona. Chavez, Da Fiume e Garcia Riera, destinatari del provino di cocaina proveniente da Catania, hanno incontrato ad Affi "Tito" e "Felix", ai quali hanno consegnato 35.000 euro in contanti come parziale corrispettivo dello stupefacente. Il denaro contante, trovato dai Finanzieri nell'esecuzione dei fermi il 23 gennaio, è stato sequestrato. Il 4 febbraio, a Barcellona, sono stati rintracciati dalla Policìa Nacional Spagnola e condotti in carcere l'italiano Da fiume e Garcia Riera. Oltre ai 386 kg di cocaina, il gruppo messicano risultava aver organizzato e definito un'ulteriore spedizione di prova giunta nel porto di Vado Ligure l'11 novembre 2019: a bordo di un container carico di frutta imbarcato su una motonave partita dal porto colombiano di Turbo, i Finanzieri trovarono 18 panetti di cocaina, per oltre 20 kg, ben occultato in un vano elettrico del container.

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