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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Emergenza casa: tra nuovi poveri e fondi non spesi

Il presidio dei sindacati dinanzi l'ingresso dell'assessorato ai servizi sociali è soltanto la punta dell'iceberg di un problema annoso e diffuso anche tra le giovani coppie e chi entra, suo malgrado, nella soglia della povertà

Sino a poco tempo fa sembrava che il problema della casa riguardasse solo una fascia della popolazione. Una fascia che ereditava povertà e che, spesso, era destinata a rimanere nel gorgo della povertà spesso senza mezzi culturali e sociali per poter uscire da quella terribile condizione.

Ma i poveri adesso sono anche i liberi professionisti, le giovani coppie, i cinquantenni che hanno perso il lavoro e non hanno la possibilità di reinserirsi nel circuito dell'impiego, i genitori separati che non arrivano alla fine del mese. I nuovi poveri sono quelli che frequentano la Caritas e che non l'avevano mai fatto prima, quelli che dalla crisi del 2008 non si sono più risollevati, quelli che hanno dovuto chiudere bottega perché il commercio cittadino è al collasso e i centri commerciali hanno fatto il resto.

Così l'emergenza abitativa è cresciuta a dismisura e il bacino delle richieste di case con canoni calmierati è aumentata, specie a fronte di una certa diffidenza dei proprietari a concedere in locazione senza adeguate garanzie. I sindacati degli inquilini come Sunia, Uniat e Sicet hanno spronato la politica per mettere in campo i fondi che già ci sono e non vengono spesi e, al contempo, dare piena attivazione all'Agenzia per la Casa che dovrebbe fornire un punto di mediazione tra la domanda e l'offerta di abitazioni.

Abitazioni che non possono seguire più il vecchio concetto di "casa popolare" dislocata in periferia ma che dovrebbero integrarsi meglio con il tessuto urbano cittadino, senza ghettizzare poiché il modello precedente - come ad esempio in alcune zone di Librino - ha chiaramente fallito.

La deputata del Movimento Cinque Stelle Jose Marano, con una mozione, ha chiesto di istituire una cabina di regia per monitorare proprio la corretta erogazione dei fondi destinati al disagio abitativo. Fondi, ad esempio, di milioni di euro ma che risultano spesi con percentuali irrisorie. Basta pensare che a Catania vi è stata soltanto una assegnazione di fondi per la morosità incolpevole

“La crisi economica ha dei riverberi terribili sulla vita dei siciliani e sono spaventosi i numeri di chi rimane senza casa a causa di esecuzioni immobiliari o sfratti. Dinanzi a questa emergenza sociale occorre sfruttare gli strumenti esistenti e mettere in campo politiche attive per contrastare il disagio abitativo. Per questa ragione meraviglia come i fondi per la morosità incolpevole, destinati  a chi si trova in difficoltà con contributi economici per la locazione con ontratti agevolati, siano fermi al palo”, ha detto la deputata.

Gli sfratti sono in costante aumento: soltanto nell'ultimo anno a Catania sono stati 2600 con altrettanti nuclei familiari che si vanno ad aggiungere alle graduatorie già "intasate" e ferme da anni per la richiesta di alloggi. Sotto questo versante, come ha dichiarato l'assessore Giuseppe Lombardo, qualcosa si dovrebbe sbloccare a breve con la consegna, seppur in ritardo, di 96 alloggi nel cosidetto "palazzo di cemento" di Librino.

Non basta per lenire questa "fame" di case. Nel nuovo prg che vedrà la luce si è parlato di un versante sociale: il presidente della commissione urbanistica Manfredi Zammataro, con un ordine del giorno, ha parlato proprio di un "prg sociale" che pensi al social housing e ad affrontare l'emergenza con strutture adeguate e con soluzioni innovative già sperimentate in altre grandi città.

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