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Cronaca

Emergenza Covid-19, la lettera-appello di un imprenditore al presidente Musumeci

Crisi economica e incertezza del futuro, riceviamo e pubblichiamo il contributo dell'imprenditore catanese Mirko Ragusa

Riceviamo e pubblichiamo la lettera-appello al presidente della Regione Siciliana inviata da Mirko Ragusa, imprenditore catanese. "Caro presidente da piccolo imprenditore nell'area della ristorazione Le scrivo per porgere i complimenti per la Sua gestione in un momento di profonda crisi per tutta la Sicilia. Ma allo stesso momento non posso esimermi dal farLe una richiesta. Come me, migliaia di imprenditori, sono in forte crisi economica e non nascondono la tensione e preoccupazione anche verso i dipendenti; il sacrificio lo stiamo facendo con immenso senso di responsabilità nei confronti di noi stessi e dei nostri cari ma ci rendiamo conto che le misure adottate arrivano sempre troppo tardi rispetto al manifestarsi del problema. Un uomo competente e di polso come Lei dovrebbe attuare provvedimenti sempre più incisivi e più celeri anche rispetto al governo nazionale, che spesso e volentieri sembra esser sempre un passo indietro rispetto al propagarsi del virus e delle conseguenze per la salute e per l’economia che ne conseguono. L'esercito doveva esser messo in strada già due settimane orsono, per evitare di rendere inutile il sacrificio economico e fisico che milioni di persone stanno affrontando. Ecco perché Le chiedo di cercare di esser un passo avanti a tutti, prima di arrivare ad un punto di gravità tale da dover piangere centinaia di vittime. La prego, e credo di dar voce al pensiero della stragrande maggioranza dei siciliani, di mettere in campo tutta la Sua fermezza di carattere e tutte le misure restrittive possibili, pensando come se già ci fossero decine e decine di focolai. Bisogna inasprire le pene al massimo per chi non rispetta la vita delle persone andando in giro senza validi motivi; bisogna aumentare in maniera considerevole il numero dei tamponi iniziando da subito su tutti i rientrati dalle zone rosse; bisogna controllare anche tutti gli immigrati che girano indisturbati e bloccare ogni tipo di sbarco non controllato; bisogna dotare i medici, il personale ospedaliero e tutte le forze dell'ordine di tutti i dispositivi di protezione per poter lavorare in sicurezza; bisogna creare delle vere e proprie zone (ad esempio il cara di mineo) per le quarantena forzate. Il sacrificio del popolo Siciliano non può esser vanificato e non si potrà protrarre per altri mesi questa quarantena fisica e commerciale, serve una stretta ora! Certo che questo mio dire sarà da Lei considerato nella dovuta misura Le auguro un proficuo lavoro per la Sicilia e per i Siciliani".

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