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Cronaca

In carcere per errore, 37 casi a Catania risarciti: ecco quanto sono costati allo Stato

La città di Catania nella top ten dell’ingiusta detenzione del 2020. Il primato per nulla invidiabile deriva dall’elaborazione certosina di ErroriGiudiziari.com

La città di Catania nella top ten dell’ingiusta detenzione del 2020. Il primato per nulla invidiabile deriva dall’elaborazione certosina dell’associazione Errorigiudiziari.com, attiva da oltre 25 anni, e fondata dai giornalisti Valentino Maimone e Benedetto Lattanzi. Da un quarto di secolo Errorigiudiziari.com racconta le storie, drammatiche, di chi ha subito il carcere o i domiciliari ingiustamente salvo poi essere assolto e di chi per un vero e proprio errore ha trascorso parte della sua vita in carcere. In quest’ultimo caso si tratta di quelle persone che, dopo essere state condannate con una sentenza definitiva, sono state poi assolte a seguito di una revisione del processo.

I numeri in Italia sono da brividi: le vittime della mala giustizia dal 1991 al 31 dicembre 2020 sono state 29659: in media, poco più di 988 l’anno. Numeri che celano dietro di loro storie famigliari distrutte, vite da ricostruire, sofferenze. Numeri che simboleggiano una sconfitta dello Stato anche economica: tra indennizzi e risarcimenti, la giustizia – e quindi noi contribuenti – ha speso circa 869 milioni, per una media di oltre 28 milioni l’anno.

La situazione etnea

Catania rientra nella top ten tra le città con il maggior numero di casi indennizzati per ingiusta detenzione. Sono ben 37 nel 2020 e sono “costati” allo Stato oltre 1 milione e 700 mila euro. Quindi 37 persone hanno subito la custodia cautelare ingiustamente e sono state risarcite. 

Le cifre che continua a snocciolare, con il suo completissimo database, Valentino Maimone sono impressionanti: “Negli ultimi 9 anni a Catania sono stati indennizzati complessivamente 17 milioni e 500 mila per ingiusta detenzione. Tantissimi innocenti che hanno visto la loro vita compromessa e segnata per sempre”.

Ma oltre a queste cifre nel 2020, sempre nella nostra città, sono stati riconosciuti dallo Stato due errori giudiziari, cioè due innocenti condannati ingiustamente e che hanno trascorso periodi, più o meno lunghi, in carcere. Sono stati risarciti con complessivi 4 milioni di euro che se si aggiungono agli oltre 17 milioni per ingiusta detenzione arriviamo a 21 milioni di euro.

Senza gli errori giudiziari, tirando due conti, lo Stato avrebbe potuto pagare, ad esempio, gran parte della realizzazione della Cittadella della Giustizia di viale Africa - che ammonta a circa 26 milioni di euro - attesa da tempo, viste le condizioni spesso pietose in cui si trovano ad operare giudici, magistrati e avvocati con aule in cui piove dentro e con i secchi per raccogliere l’acqua piovana.

Le storie delle “vittime” della giustizia

“Da 25 anni raccontiamo le storie di chi ha subito errori giudiziari – spiega Benedetto Lattanzi – e l’attenzione verso questa tematica è senza dubbio cresciuta nonostante vi sia stato soprattutto negli ultimi anni un periodo di giustizialismo estremo. La logica del “devono marcire in galera” purtroppo continua a essere molto diffusa, ma rispetto a 20 anni fa avvertiamo una maggiore coscienza che vi possano essere gli errori della giustizia. Per sensibilizzare su questi temi l’opinione pubblica, noi di Errorigiudiziari.com abbiamo scritto libri, realizzato un docufilm come “Non voltarti indietro”, siamo stati consulenti del programma su Raitre “Sono innocente” e partecipiamo a convegni, seminari e incontri con i cittadini in tutta Italia. Facciamo di tutto affinché la sensibilità della gente verso gli innocenti in manette cresca”.

Chi è stato vittima di una detenzione ingiusta o di un errore giudiziario, al di là del risarcimento o indennizzo che potrà ricevere, porta dentro di sé per sempre una ferita difficilmente sanabile. Come ci racconta Valentino Maimone, che con il suo collega ha studiato e raccontato centinaia di casi, c’è sempre un unico denominatore in tutte le storie: “Le conseguenze sono devastanti sia se si è stati 20 giorni in carcere sia se vi si è stati 20 anni. Le persone vivono un dramma e devono poi affrontare un reinserimento nella società difficile: devono riprendere la loro vita da zero superando l’ignominia subita. Molti non riescono più a dormire serenamente la notte, altri hanno deciso di rimuovere il citofono dalla loro abitazione poiché gli ricorda la notte in cui le forze dell’ordine hanno bussato alla loro porta”.

Le soluzioni

Cosa fare per evitare che le vite di tanti innocenti possano essere devastate da errori giudiziari? E di conseguenza cosa fare per evitare questi indennizzi milionari a danno dei contribuenti? Le soluzioni sul tappeto sono molteplici. Spesso si sono verificati eccessi nell’adozione delle misure cautelari ma nessun magistrato ne ha poi pagato le conseguenze. “La cosiddetta legge ex Vassalli, sulla responsabilità civile dei magistrati – dicono i fondatori di Errorigiudiziari.com – funziona poco e male. Occorrerebbe piuttosto che la responsabilità professionale dei giudici sia più efficace sottoponendo il loro operato a verifiche periodiche: sul totale dei procedimenti avviati, quante condanne e quante assoluzioni vi sono state? Quello è un parametro oggettivo che consentirebbe una valutazione evitando scatti di carriere assicurati”.

“La responsabilità professionale sarebbe quindi un buon deterrente ed eviterebbe i disequilibri che si vedono nell’adozione della custodia cautelare”, concludono. E intanto solo nel 2020, in tutta Italia, sono 766 le vittime che hanno riscosso 46 milioni: sono tutte le vittime di ingiuste detenzioni ed errori giudiziari.

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