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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Torso e testa del fanciullo di Lentini in mostra nel Castello Ursino

Torso e testa del kouros di Leontinoi, con un restauro "a cantiere aperto", ossia visibile al pubblico, saranno ricongiunti dopo migliaia di anni

"Penso sia meraviglioso che questa statua sia stata più forte della burocrazia: con l'Assessorato regionale stiamo infatti lavorando per vincere le ultime difficoltà e ricostituire quell'unicum di rara unica bellezza che è il kouros di Leontinoi". Lo ha detto il sindaco di Catania Enzo Bianco nella sala espositiva del secondo piano del Castello Ursino dove rimarranno per qualche giorno prima del restauro e del ricongiungimento il torso di fanciullo trovato nell'area archeologica di Leontinoi, nel Siracusano e acquisito nel 1904 da Paolo Orsi, e la testa rinvenuta nel Settecento dal catanese Ignazio Paternò Castello, principe di Biscari e archeologo. Ieri i due pezzi, dopo New York e Cleveland, sono stati esposti insieme alla presenza del sindaco Bianco, dell'assessore regionale ai Beni Culturali e all'Identità siciliana Sebastiano Tusa, dell'assessore comunale alla Cultura Orazio Licandro, del presidente di Fondazione Sicilia Raffaele Bonsignore.

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C'erano anche Mariella Musumeci, direttore del Polo regionale di Siracusa per i siti e i musei archeologici, che possiede il torso del kouros, e Valentina Noto, direttore del museo Castello Ursino di Catania, proprietario della testa. Nel corso dell'incontro è stato ricordato come l'idea di riunire i due pezzi del fanciullo di Lentini fosse nata a Catania durante un confronto tra il sindaco Bianco, l'assessore Licandro e Vittorio Sgarbi, ex assessore regionale ai Beni Culturali. L'ipotesi si basava anche su recenti indagini del professor Lorenzo Lazzarini dell'Università Iuav di Venezia da cui risultava che le due parti anatomiche della statua erano state ricavate dal medesimo blocco di marmo proveniente da una cava dell'Isola di Paros, in Grecia.

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"Questa per ricongiungimento del kouros - ha detto Tusa - è un'operazione culturalmente interessante, importante perché contribuisce ad arrivare più vicino alla verità storica, se questa era una statua unica e personalmente ne sono convinto. Ma è un'operazione importante anche perché avvicina diverse istituzioni che forse nel passato non hanno molto dialogato e che a mio avviso invece devono dialogare perché il patrimonio culturale siciliano è unitario indipendentemente da chi lo conserva e lo custodisce. Speriamo che la collaborazione con il Comune di Catania che si rafforza con quest'operazione possa essere foriera di altre operazioni culturali di grande pregio".

"Qui nel Castello Ursino - ha spiegato Bianco - avverrà il restauro con il ricongiungimento dei due pezzi di questa meravigliosa statua, di immenso valore. Il kouros ricongiunto sarà esposto prima a Palermo per una mostra temporanea e poi, successivamente, starà un anno qui nel Castello Ursino di Catania e un anno nel Museo Orsi di Siracusa". "I lavori di indagine e di studio - ha aggiunto Raffaele Bonsignore, presidente di Fondazione Sicilia, che ha promosso l'operazione - saranno condotti dagli architetti Francesco Mannuccia e Giovanni Alfano. Il fine è quello di realizzare un'integrazione del collo che consenta un assemblaggio reversibile delle due parti. Dei lavori di restauro e assemblaggio sono state incaricate le società specializzate Siquilliya e Lapis. Le operazioni saranno realizzate nel Castello secondo la formula 'a cantiere aperto' che consentirà a studenti e appassionati di seguire i lavori. E a fine mese il kouros ritrovato sarà esposto nel Palazzo Branciforte nell'ambito delle manifestazioni di Palermo Capitale della Cultura". "Questa - ha sottolineato l'assessore Licandro - non è soltanto un'operazione museale, la semplice ricomposizione di un'opera d'arte d'età arcaica, per quanto pregevolissima. Rappresenta qualcosa di più, ossia un esperimento e un intervento scientifico di grande rilevanza. Una volta accertata la provenienza dei marmi dalla medesima località, l'isola di Paros, si potrà dire una parola definitiva, sempre che questo sia possibile nel campo della ricerca scientifica, sull'appartenenza della testa a quel corpo e viceversa. Quindi una grande operazione che è il simbolo di come debbano essere gestiti nella nostra splendida terra i Beni Culturali". Il ricongiungimento sarà insomma la prova del nove per il kouros ritrovato, anche se gli autori del restauro dovranno confrontarsi con la difficoltà di far combaciare un elemento, il torso, in cui la rottura, a livello del corpo, è quella originaria, con un altro, la testa, che il principe di Biscari fece molare nella sua parte inferiore perché avesse una base stabile.

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