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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, arrestati 4 professionisti

I primi riscontri hanno permesso di accertare la falsità dei documenti fiscali esibiti, in quanto attestanti rapporti di lavoro dipendente inesistenti, ovvero l'esercizio di attività imprenditoriali mai avviate

La Procura della Repubblica di Catania ha coordinato una complessa attività investigativa condotta nei confronti di un sodalizio criminale radicato nel capoluogo etneo e finalizzato al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le indagini, eseguite dalla Guardia di Finanza di Catania, hanno portato all’emissione di misure di arresti domiciliari nei confronti di 4 soggetti, indagati per un articolato meccanismo di frode che ha consentito a centinaia di soggetti extracomunitari di beneficiare indebitamente del rilascio o del rinnovo del permesso di soggiorno.

In particolare, le indagini sono scaturite dalle numerose segnalazioni pervenute al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania dalla locale Prefettura e dalla Questura – Ufficio Immigrazione, con particolare riguardo alla documentazione fiscale (buste paga, modelli CUD e dichiarazioni dei redditi) che alcuni soggetti extracomunitari, prevalentemente di etnia cinese, africana e cingalese, avevano allegato alle domande per il rilascio o il rinnovo dei permessi di soggiorno presentate ai predetti Uffici.

Sulla menzionata documentazione, pertanto, si è concentrata l’attenzione investigativa dei militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Catania che hanno, così, avviato mirati controlli fiscali finalizzati ad appurare la veridicità e la sussistenza reale dei dati contabili e reddituali dichiarati dagli extracomunitari. I primi riscontri hanno permesso di accertare la falsità dei documenti fiscali esibiti, in quanto attestanti rapporti di lavoro dipendente inesistenti, ovvero l’esercizio di attività imprenditoriali mai avviate. 

Inoltre, dai successivi approfondimenti circa gli intermediari preposti all’invio telematico della documentazione fiscale prodotta è emerso che la stessa è stata predisposta presso soli tre uffici di consulenza contabile, ossia gli studi “Ucat” e “Acai” di Catania e “Union Commercio” di Barcellona Pozzo di Gotto (ME). In particolare, i titolari dei suddetti studi sono risultati, dalle indagini della Guardia di Finanza, i responsabili che avevano predisposto con modalità fraudolente le buste paga e le altre certificazioni di lavoro dipendente o d’impresa, utilizzate dagli extracomunitari per dimostrare alla Questura e alla Prefettura di Catania il possesso dei requisiti necessari per ottenere il permesso di soggiorno.  

Le complesse ricostruzioni eseguite dalla Guardia di Finanza hanno consentito, quindi, di delineare un vero e proprio sodalizio criminoso, composto da professionisti e consulenti fiscali, riconducibile ai seguenti soggetti:
-    G.A., 66 anni, titolare dello studio di consulenza Ucat di Catania e organizzatore dell’associazione;
-    A.V., 45 anni, titolare dello studio contabile Acai di Catania;
-   A.T., 68 anni, responsabile dello studio di consulenza Union Commercio di Barcellona Pozzo di Gotto (ME);
-    C.N., 44 anni, collaboratore dello studio Ucat.

Le intercettazioni telefoniche e ambientali sono state di grande utilità per delineare il ruolo degli indagati, la loro consapevolezza dell’attività illecita.

Presso lo studio di uno degli indagati è stata sequestrata un’ingente somma di denaro in banconote di grosso taglio, pari a oltre 34.000 euro. Sulle banconote rinvenute, a riprova che le stesse fossero il provento dell’attività criminosa, gli indagati avevano annotato i nominativi degli stranieri da cui avevano ricevuto il contante quale corrispettivo delle consulenze. Sono stati, altresì, acquisiti oltre 300 fascicoli riconducibili a cittadini extracomunitari che si erano rivolti ai predetti studi professionali per la predisposizione dei falsi documenti e delle false dichiarazioni fiscali necessarie al rilascio delle autorizzazioni da parte delle Autorità preposte. 

Sulla base della documentazione acquisita, sono stati poi sentiti i cittadini extracomunitari titolari dei fascicoli rinvenuti, consentendo di appurare pagamenti fino a € 500 per singola indebita pratica.
 

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