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Cronaca

Ferlito, il figlio del boss "perdente" e la 'Ndrangheta: "Il porto di Catania non è buono"

Roberto Ferlito, intercettato, discute con l'esponente della "locale" nel torinese dei canali di approvvigionamento e della mancanza di contatti con le famiglie catanesi

Catanesi fuori sede con contatti consolidati e stabili con la “locale” di 'ndrangheta nel torinese, queste le evidenze che emergono dalle carte dell'inchiesta “Cerbero” a carico dei cugini Ferlito: Roberto e Antonio Roberto. L'arco temporale in cui sono emersi i contatti operativi tra i due catanesi in trasferta e gli esponenti dell'organizzazione, nello specifico Michelangelo Versaci e Vincenzo Pasquino, abbraccia circa tre mesi e va dal 28 agosto 2016 al 14 novembre 2016, data dell'arresto del Pasquino. Cosi come documentato nell'ordinanza del gip del Tribunale di Torino, “in pochi mesi gli indagati hanno effettuato ingenti pagamenti di somme di denaro per l'acquisto di sostanza stupefacente, versando un totale di circa 483.000 euro; ricevendo marijuana per un ammontare accertato di almeno 77 chilogrammi”.

La famiglia Ferlito

Roberto Ferlito, del 1976, è il figlio di Alfio Ferlito, mentre Antonio Roberto, del 1975, il nipote. Alfio è lo storico boss catanese assassinato nella cosiddetta “strage della circonvallazione” il 16 giugno 1982 a Palermo. Nell'agguato, che avvenne durante il trasferimento del capo mafia dal carcere di Enna a quello di Favignana, persero la vita anche i tre carabinieri di scorta, caduti sotto le raffiche di mitra e i colpi di lupara. I processi successivi dimostrarono che la strage fu ordinata dal boss catanese Nitto Santapaola, all'epoca impegnato in una vera e propria guerra di mafia contro la famiglia Ferlito per la supremazia criminale nel territorio etneo. Alfio Ferlito, insieme a Salvatore Pillera, apparteneva all'organizzazione criminale denominata clan "Puntina - Pillera ", contrapposta, a seguito di scissione, a quella diretta da proprio da Nitto Santapaola.

I Ferlito e la 'ndrangheta

I due cugini, nonostante la loro appartenenza a una famiglia “perdente”, hanno però continuato a coltivare la “tradizione” criminale. Lo facevano però al di fuori delle famiglie egemoni catanesi, forse anche per un “ostracismo” mafioso che gli ha impedito, negli anni, di riconquistare terreno a Catania. Sono infatti interessati al traffico di stupefacenti, sfruttando i canali internazionali gestiti dalla 'ndrangheta: Olanda, Spagna e Sudamerica.

Gli inquirenti li considerano a tutti gli effetti partecipi dell'associazione criminale in quanto “coinvolti in numerose operazioni di compravendita di importanti quantitativi di stupefacenti, contribuendo a rafforzare la capacità economica dell'organizzazione e ad incrementarne i profitti. In altri termini – si legge ancora nell'ordinanza - con la loro costante disponibilità all'acquisto di droga da immettere sui mercato, hanno manifestato una durevole comunanza di scopi con i fornitori compartecipi delle ragioni del vincolo associativo, agevolando in tal modo il sodalizio”. Ma i Ferlito, all'interno dell'inchiesta, hanno avuto un ruolo determinate per gli inquirenti poiché il contenuto dei dialoghi intercettati dimostra “in modo chiaro, convergente e inequivoco – scrive il gip - da un lato e chiaro la caratura criminale dei due, che sono a conoscenza delle dinamiche interne alla 'ndrangheta evidentemente frutto di stabili rapporti con il crimine organizzato di stampo mafioso), dall'altro, la loro consapevolezza di agevolare un gruppo organizzato collegato ad esponenti della mafia storica calabrese, di cui facevano parte Versaci e Pasquino.

Le intercettazioni

In una delle conversazioni intercettate i due cugini catanesi parlano con Michelangelo Versaci dei canali e delle rotte di approvvigionamento dello stupefacente, discutendo della inopportunità di utilizzare il porto di Catania per l'arrivo delle navi dal Sud America e dei mancati contatti con le famiglie catanesi.

 Ferlito: “E in Spagna come mai che avete i canali e non la comprate in Spagna? Versaci: "la coca?... no, ma tanto..” Ferlito 1: “perché non ci lavorano con la ... inc ... no? ... non ci lavori tanto no?” Versaci: se devo comprare in Spagna, compro in Olanda”, Ferlito: “In Olanda la migliore merce, vero?” Versaci: “sì ... ormai tutti gli albanesi, tutti sti albanesi portano roba da là..” Ferlito: “da Rotterdam, Rotterdam...”, Versaci: “bravo... a Catania c'è il porto?” Ferlito: “certo che c'è il porto”, Ferlito 1: “pero non è buono il porto di Catania....è super controllato”, Versaci: “Sì? Arrivano navi internazionali? ... tipo arrivano navi dal Sud America? Ferlito: “poco ... qualcuna, Ferlito 1: “No, quelle gli spaccano il molo...Qualcuna arriva ad Augusta... dall'Ecuador ...”, Versaci: “Ah..”, Ferlito 1: “Non è facile a Catania... A Gioia Tauro avete la protezione, hai capito quello che ti voglio dire ... la cosa è diversa, da noi e diverso... da noi non ci sono questi grandi personaggi ... a quest'ora i calabresi non venivano”, Versaci: “Va beh si certo”, Ferlito: “Tanto la storia è cosi ... il calabrese riesce a prendere ovunque va perché ha prezzo, quantità e qualità”, Versaci: “Ma voi lavorate con la mafia? Ferlito: “Io... difficilmente”, Versaci: “Se no... inc... ve li presentavo a questi miei amici magari vi mettevate d'accordo”, Ferlito: “No sinceramente noi, ti dico la verità, per dire, ci basta ... poi se le cose vanno bene non ci sono intoppi quando abbiamo guadagnato io e mio fratello 30.000 euro in questo carico per me sono buoni”.

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