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Cronaca

Festa dell'Unità, l'europarlamentare Cécile Kyenge a Catania: "Basta ai viaggi della morte"

L'ex ministro dell'integrazione, oggi europarlamentare europea del Pd, parteciperà questa sera alla festa dell'Unità prendendo parte al dibattito sul tema dell'immigrazione e dell'accoglienza. In anteprima su CataniaToday la sua idea di immigrazione e solidarietà

Europarlamentare del Partito Democratico ed ex ministra per l'integrazione ai tempi del governo Letta, Cécile Kyenge, stasera alle 19 sarà presente alla festa dell'Unità per prendere parte al dibattito "Diritti dentro. La ragione dell'accoglienza". La deputata europea di origini congolesi ha anticipato a CataniaToday le sue considerazioni in merito al complesso tema dell'immigrazione, tra politiche nazionali ed europee, prevenzione dei conflitti e rispetto delle diversità.

Il titolo del dibattito suggerisce l'importanza dell'accoglienza. Secondo lei quali possono essere le soluzioni adottabili alla crisi dei migranti in arrivo in Europa e come invece l'immigrazione può diventare un'opportunità per i paesi ospitanti?

"Io credo che l'Europa debba lavorare concentrandosi prima di tutto sul concetto di solidarietà e sulla equa divisione delle responsabilità. In proposito al parlamento europeo ho consegnato un dossier, votato a larghissima maggioranza, che propone una visione olistica del problema. Ho proposto proprio una strategia globale ariticolata in dieci punti, sottolineando proprio la necessità di un'azione solidale condivisa. Ritengo fondamentale l'obiettivo di salvare vite umane attraverso un progetto chiaro, come Mare Nostrum. E' necessario superare il regolamento di Dublino e realizzare un sistema unico anche per le domande di accoglienza. Dobbiamo attivare i corridoi umanitari e i visti per dire basta a questi viaggi della morte. Dobbiamo salvare il trattato di Schengen e consentire la libera circolazione. Se non vogliamo che l'illegalità dilaghi dobbiamo aprire anche i canali di immigrazione economica. Bisogna quindi ripartire da un'Europa veramente unita. Le soluzioni ci sono, ma manca la volontà politica".

Lotta contro il terrorismo e crisi di sicurezza. Cosa si può fare secondo lei per smettere di avere paura del diverso, dello straniero? L'Italia secondo lei è un paese davvero a rischio? 

"Nessun paese oggi è al riparo ed è necessario proteggere le persone. La sicurezza è un diritto di ognuno di noi. Il problema è che siamo prigionieri delle nostre paure che non fanno altro che alimentare populismo e xenofobia. L'Italia ha bisogno di superare la legge Bossi-Fini e approvare un testo organico sul diritto d'asilo. Gli strumenti per permettere ai cittadini di non temere il diverso devono essere molteplici. Dobbiamo lavorare sul fronte culturale, sociale, sul senso vero dell'integrazione. Dal punto di vista europeo io credo inoltre che ci voglia un'unica polizia e un coordinamento globale per tutti gli stati membri". 

In Sicilia secondo lei qual è l'errore principale che si sta commettendo nel gestire il flusso migratorio?

"E' difficile individuare un errore che sia soltanto siciliano. Questa terra sta gestendo un enorme carico e ha bisogno di sentirsi parte di un progetto nazionale. La Regione può lavorare nella direzione della lotta contro la criminalità e del traffico di esseri umani, ma la questione non può e non deve essere affrontata solo localmente. Lo Stato italiano all'interno di una politica e di una strategia europea potrebbe ad esempio realizzare un piano nazionale dei rifugiati sull'esempio tedesco. Però ci serve un modello unico di accoglienza. Per questo per me è stato molto importante visitare ieri Ventotene, culla dell'europeismo, dobbiamo recuperare il sogno di integrazione europea e ripartire dal manifesto per l'Europa che ha dato vita all'Unione".

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