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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Finiscono in carcere per mafia la figlia e la nuora del "Malpassotu"

Sono state arrestate la 60enne Lucia Pulvirenti - figlia del boss - e la 36enne Ornella Micci, entrambe ritenute responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso e, soltanto quest’ultima, anche del reato di estorsione aggravata

I carabinieri della compagnia di Gravina hanno arrestato, eseguendo un'ordinanza del tribunale, le parenti prossime del noto boss "Malpassotu", Giuseppe Pulvirenti. Si tratta della 60enne Lucia Pulvirenti, la figlia del boss. e della 36enne Ornella Micci, entrambe ritenute responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso e, soltanto quest’ultima, anche del reato di estorsione aggravata.

L’attività investigativa, che era stata svolta nell’ambito dell’operazione “Malupassu” dai militari di Gravina di Catania coordinati dalla D.D.A etnea, aveva portato il 3 giugno dello
scorso anno all’esecuzione di 20 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di appartenenti al gruppo di Mascalucia della famiglia mafiosa “Santapaola-Ercolano”. Le indagini avevano fatto luce su una serie di attività estorsive poste in essere dal gruppo mafioso, acuitesi per numero ed incisività criminale a seguito della scarcerazione del 63enne boss responsabile Pietro Puglisi, avvenuta nel febbraio del 2017.

Importante il ruolo svolto dalle due donne in seno all’organizzazione mafiosa ed in particolare della moglie di Puglisi, Lucia Pulvirenti la quale, oltre alla riscossione di quote di denaro di natura estorsiva, si occupava di fungere da elemento di collegamento tra il marito detenuto ed i figli Salvatore e Giuseppe ai quali riferiva le disposizioni impartitele dal coniuge.
Soltanto Ornella Micci invece, moglie di Salvatore Puglisi, si era resa responsabile con il marito di un’estorsione di oltre 10 mila euro, perpetrata ai danni della proprietaria dell’appartamento nel quale ella stessa abitava. L’odierno provvedimento nei confronti delle due donne è frutto del ricorso, promosso dalla Procura contro l’originario rigetto da parte del gip. Adesso si trovano nel carcere di Messina.

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