Guardie mediche, parla la dottoressa aggredita a Trecastagni: "Strumenti di sicurezza ridicoli"
La dottoressa Serafina Strano, ospite dell'Ordine dei Medici di Catania, ha denunciato i difetti delle strumentazioni di sicurezza in dotazione agli operatori sanitari e la "sordità" delle istituzioni mediche rispetto alle esigenze del personale
Ne ha recentemente parlato in Parlamento in un'accorata lettera vergata di suo pugno e torna a discuterne questa mattina ospite dell' ordine dei medici di Catania. Serafina Strano - la dottoressa violentata durante un turno di guardia lo scorso settembre a Trecastagni - continua la sua battaglia e, insieme al presidente dell'ordine Massimo Buscema e al consigliere Nino Rizzo, ha denunciato oggi le storture presenti nella gestione delle guardie mediche della Regione. Un sistema definito "obsoleto" dalla protagonista e pieno di deficit, primi su tutti l'assenza di personale di vigilanza e la presenza di "presidi elettronici malfunzionanti". Come i braccialetti con pulsante d'emergenza "sempre rotti o comunque collegati alla linea telefonica e non ad altri canali sicuri come, per esempio, il Gps", aggiunge la professionista.
I braccialetti e i sistemi malfunzionanti
"I braccialetti di sicurezza sono stati una misura voluta e stabilita dal direttore generale dell'Asp 3 di Catania Franco Luca, dopo l'aggressione alla collega Anna Sciuto. Funziona con un bottoncino che va tenuto premuto per qualche secondo come un altro sistema - afferma la dottoressa Strano, mostrando l'apparecchio agli ascoltatori presenti - un reperto archeologico che qualche anno fa era installato all'Asp". "Avevamo un sistema del genere anche a Trecastagni - continua la professionista - Abbiamo fatto tutte le prove e per qualche mese ha funzionato, il vigilantes ci chiamava al telefono e chiedeva se andava tutto bene. La cosa gravissima invece - conclude - è che questo sistema era attivo ufficialmente quando c'è stata l'aggressione ad Anna Sciuto, ma il sistema non funzionava perché per mancanza di fondi il vigilante non era presente in quel presidio".
"Il sistema del braccialetto è ridicolo - afferma senza mezzi termini Nino Rizzo, consigliere dell'ordine dei medici - nei locali spesso non prendono, e basta strappare i fili del telefono per annullarne la funzionalità. L'unica misura reale che, già richiesta numerose volte da noi, è quella dei vigilantes. Un presidio di sicurezza che non sarà sicuramente invincibile ma fornisce maggiori margini come deterrente".
Parla la dottoressa violentata: "Presa a pugni anche dalle istituzioni" - VIDEO
La richiesta dei medici
Quella dei vigilantes, ne sono sicuri tutti i medici presenti all'incontro di questa mattina, è l'unica delle soluzioni possibili per ridurre al minimo la possibilità di aggressioni, soprattutto nei turni notturni svolti nei locali delle diverse guardie mediche sparse per il territorio siciliano. "Non possiamo andare a lavorare con il patema d'animo, con il dubbio di non sapere come si torna a casa - spiega Giancarmelo La Manna, responsabile nazionale del sindacato medico SNAMI - Quella dei vigilantes è la risoluzione migliore, adottata anche in Sardegna dopo l'uccisione di una collega". "Non vorrei che anche qui serva una tragedia del genere prima di prendere una decisione seria", aggiunge il medico.
Le parole del presidente dell'Ordine Massimo Buscema
"Il vigilantes è un deterrente ma non è una panacea - aggiunge Massimo Buscema - E' un primo freno all'azione di un balordo ma nessuno di noi pensa che sia risolutivo del tutto". Il problema, secondo il presidente dell'ordine catanese, è anche di natura politica e, in particolare, di competenza delle istituzioni regionali preposte alla gestione della Sanità. "Chi riveste un ruolo deve trovare soluzioni - chiarisce Buscema - il problema è posto da noi in maniera forte, sono stati fatti diversi interventi ma nulla si è mosso. Siamo stati per troppo tempo provinciali, servili verso la politica - chiosa Buscema in chiusura - guardate cosa succede a livello regionale, c'è chi passa da una parte all'altra, senza quel minimo di senso civico e di dignità necesseri per portare avanti certe battaglie". "Siamo accomondati per troppo tempo - conclude - e forse è questo il vero ostacolo".