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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Il presidente Mattarella risponde al ricercatore vittima di un concorso truccato

Giambattista Sciré aveva inviato una missiva al Capo dello Stato sulla sua situazione: escluso dall'Università dopo aver denunciato

Aveva scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, appellandosi a lui come ultimo baluardo della legalità e della Costituzione. Così Giambattista Sciré, il ricercatore che ha denunciato i concorsi truccati dentro l'ateneo di Catania, aveva preso carta e penna e aveva raccontato la sua storia al capo dello Stato. Una storia di ingiustizie, di sentenze che gli danno ragione e di emarginazione ingiusta dal mondo accademico.

Nella sua risposta il presidente Mattarella ha scritto: "Il Capo dello Stato segue con grande attenzione le questioni da lei evidenziate nella convinzione che, anche nel settore universitario, occorre sempre seguire i principi di legalità e trasparenza. Le Università italiane possono vantare livelli di eccellenza in vari campi del sapere e riscuotono i migliori risultati solo laddove si fondano sull’autonomia e libertà dell’insegnamento, guidate esclusivamente dal principio del merito. Augurandole di trovare riscontro alle sue aspettative nel corso della carriera universitaria, le porgo i più cordiali saluti".

Una grande emozione per Sciré che, contattato da Catania Today, non nasconde la propria gioia dovuta anche al fatto di sentire una istituzione così prestigiosa al proprio fianco nella battaglia per il merito. Proprio da poco Sciré ha anche incontrato il rettore dell'Università di Catania che gli ha garantito attenzione per il suo caso.

"Tutti gli interlocutori presenti all’incontro - spiega il ricercatore - si sono detti disponibili a cercare le strade che possano permettermi di potermi esprimere all’interno della comunità accademica per poter colmare così il “gap” nella mia produzione scientifica in questi anni di sospensione forzata della mia attività, individuando i dipartimenti dell’ateneo eventualmente pronti ad accogliermi. Per quanto riguarda l’aspetto più importante, concretamente, per poter tornare a svolgere il mio lavoro di ricerca e attività didattica, ovvero la proroga del contratto (biennio) da ricercatore in Storia contemporanea, il rettore si è impegnato a scrivere, celermente, una lettera che espliciti la volontà dell’Ateneo di procedere alla proroga del contratto, sottoponendo la procedura ad una previa autorizzazione del Miur, fatta salva ovviamente l’autonomia di azione degli atenei". Così sembra che dopo anni di battaglie per Sciré sia giunta vicina l'ora di ritornare dentro il mondo accademico, dopo concorsi truccati e tante traversie.

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