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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Incendi, emergenza senza fine: mai così tanti roghi come nell'estate 2021

Pascoli ovini per una rinaturalizzazione delle aree boschive. La soluzione proposta da legambiente per una gestione ecologicamente corretta e impedire incendi devastanti

Un’emergenza senza fine: l’Italia brucia, stretta nella morsa di incendi che si moltiplicano giorno dopo giorno alimentati da temperature torride che, nella settimana che precede il Ferragosto, sono destinate ad aumentare ancora.

“Sul fronte della lotta agli incendi boschivi abbiamo alle spalle giornate impegnative e drammatiche - ha detto il capo dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio - e le temperature che ci attendiamo nei prossimi giorni ci impongono la massima attenzione”.

“Il Dipartimento della Protezione Civile, insieme a tutto il Servizio Nazionale e la flotta di Stato - ha proseguito Curcio - sono al lavoro senza sosta per contenere i roghi che stanno interessando il Centro-Sud. Squadre a terra e canadair sono, anche oggi, fortemente impegnati in Calabria, regione dove purtroppo nei giorni scorsi abbiamo registrato due vittime. Non faremo mancare il nostro supporto alle regioni maggiormente colpite da questi eventi e come sempre chiediamo ai cittadini la massima collaborazione e cautela. È fondamentale evitare ogni comportamento che possa generare incendi e segnalare tempestivamente anche roghi di piccola entità”.

La Protezione Civile: “Settimana ad alto rischio, temperature sino a 45 gradi”

“Abbiamo appena concluso un punto di unità di crisi in cui abbiamo inquadrato la situazione in atto e quella prevista - ha aggiunto Luigi D’Angelo, Direttore Operativo del Dipartimento  di Protezione Civile - Sono previste temperature molto elevate in tutte le regioni del Centro Sud, in parcioalre in Sicilia e in Sardegna, dove nelle zone interne si arriverà a toccare i 45 gradi, una situazioni favorevole per l’innesco e la propagazione degli incendi boschivi”.

Gli interventi di vigili del fuoco, volontari anti incendio boschivo e Protezione Civile si susseguono senza sosta ormai da giorni. A domenica erano oltre 900 le richieste di soccorso aereo arrivate al Centro Operativo Aereo Unificato (COAU) del Dipartimento, soprattutto nelle regioni del Centro-Sud, che la combinata di caldo e siccità trasforma in vere e proprie polveriere.

Solo domenica alla centrale operativa della flotta aerea anti incendio della Protezione Civile sono arrivate 28 richieste di intervento, 8 dalla Calabria, 6 della Sicilia, 4 del Lazio, 2 della Sardegna, 2 della Basilicata, 2 della Campania, 2 del Molise, una dell’Umbria e una dell’Abruzzo. Su 28 richieste di intervento della flotta aerea antincendio, a metà pomeriggio di domenica erano risolte poco meno della metà, 12.

I numeri sono inquietanti: rispetto al 2020, gli interventi dei vigili del fuoco per incendio boschivo nel periodo che va dal 15 giugno all’8 agosto sono quasi raddoppiati, 44.442 contro 26.158 dello stesso periodo: il livello è già lo stesso di quello del 2017, quando furono 45.704, e l’intero mese di agosto è ancora davanti, compresa quella che viene considerata la settimana più calda dell’estate.

Mobilitazione nazionale in Calabria e Molise, stato di crisi in Sicilia e Sardegna

Nelle ultime ore l’attenzione massima è sulla Calabria, dove due persone - una donna e il nipote - sono morte nel tentativo di spegnere un incendio divampato nel loro uliveto, a San Lorenzo, sulle pendici dell’Aspromonte. L’emergenza roghi ha spinto la Regione a chiedere supporto al governo. Il presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha firmato domenica un dpcm con la dichiarazione dello stato di mobilitazione nazionale del Sistema di Protezione Civile.

Il Dipartimento si è dunque messo al lavoro per coordinare l’invio di volontari, delle organizzazioni nazionali e delle colonne mobili regionali, che opereranno a supporto delle attività di spegnimento dei roghi. Solo domenica in Calabria sono state 8 le richieste di concorso aereo avanzate al Centro Operativo Aereo Unificato (COAU) del Dipartimento. Nella regione è arrivato anche il team francese attivato tramite il Meccanismo Europeo di Protezione Civile, con 2 canadair francesi che hanno operato per tutta la giornata di domenica.

incendio campomarino lido-2

In Sicilia la situazione è forse ancora più drammatica. Pochi giorni fa il governatore Nello Musumeci ha dichiarato lo stato di crisi e di emergenza per sei mesi per i gravi incendi iniziati a luglio e alla luce del rischio per le prossime settimane dovuto all’ondata di calore che stringe la Sicilia in una morsa. Nelle ultime settimane, l'intera Isola è stata interessata da quella che la Regione definisce “un'eccezionale ondata di incendi, centinaia di roghi nei boschi, nelle campagne incolte e in aree urbane che hanno prodotto gravi danni al patrimonio boschivo, all'agricoltura, all'allevamento e a edifici civili, rurali e industriali”.

“La successione e l'intensità delle fiamme - ha detto Musumeci - stanno mettendo a dura prova le strutture istituzionalmente preposte allo spegnimento degli incendi e all'assistenza alla popolazione. Si sono verificati pure casi in cui le condizioni di sicurezza della viabilità comunale, provinciale e statale sono state fortemente pregiudicate a causa del fuoco”. Gravi danni nella provincia di Catania: case colpite dai roghi, nuclei familiari costretti ad abbandonare le loro residenze, lidi andati completamente distrutti e parte dell'Oasi del Simeto devastata.

Anche la Sardegna da settimane è impegnata a far fronte agli incendi. Domenica ne sono scoppiati 23 sul territorio, e 13 hanno richiesto l’intervento dei mezzi aerei del Corpo forestale. La zona dell’Oristanese, nel cuore della regione, brucia ininterrottamente da giorni e per i vigili del fuoco non c’è tregua. Da 15 luglio ormai il Montiferru è un unico, grande fronte in cui i vigili del fuoco si alternano: spento un fronte se ne accende un altro, o riprende ad andare quello che già sembrava estinto.

Il presidente della Regione Christian Solinas ha nei giorni scorsi partecipato a una riunione operativa con i sindaci delle comunità più colpite per fare il punto della situazione anche in termini economici e di ristori. Oltre al disastro ambientale ci sono infatti da conteggiare i danni a uliveti, vigne e altre colture tipiche del territorio, la devastazione delle aziende zootecniche, i pesanti problemi allaa rete viaria, elettrica e telefonica.

Incendi, l’estate più critica. E la colpa è dell'uomo

Come se il caldo record e la siccità non fossero sufficienti a rendere lo scenario drammatico, a peggiorare la situazione c’è la mano umana. In molti casi i roghi divampati sono di natura colposa o dolosa, appiccati cioè per imprudenza (per esempio accendendo un fuoco di pulizia sfuggito di mano, o gettando un mozzicone di sigaretta sull’erba secca) o nella peggiore delle ipotesi volontariamente.

“La maggior parte degli incendi boschivi è causata da comportamenti superficiali o, spesso, dolosi - ha sottolineato la Protezione Civile - la collaborazione dei cittadini può essere decisiva”. I dati raccolti dai Carabinieri Forestali testimoniano in effetti che solo il 2% dei roghi ha una causa naturale, mentre il resto è provocato dall’uomo. Oltre la metà è doloso, e in questi casi le cause sono differenti: c’è chi lo fa perché malato, come nel caso dei piromani (diversi ne sono stati arrestati nei giorni scorsi in molte regioni), chi per questioni personali e chi per questioni economiche.

Stando al rapporto Ecomafia 2021 di Legambiente, nel 2020 tra incendi dolosi, colposi e generici sono andati in fumo 62.623 ettari di superficie boscata e non boscata (+18,3% rispetto al 2019). I reati accertati sono stati 4.233 (+8,1%), 552 le persone denunciate per incendio doloso e colposo (+25,2%), 18 quelle arrestate (+80%), 79 i sequestri effettuati (-29,5%).

Oltre la metà degli illeciti (il 54,7%) si sono registrati tra Campania, Sicilia, Calabria e Puglia, seguite a poca distanza dal Lazio. La Campania in particolare è al primo posto per numero di illeciti (705, il 16,7% del totale nazionale), la Sicilia per numero di ettari distrutti dalle fiamme (36.321, il 13,7%). La classifica provinciale degli incendi scoppiati nel 2020 vede invece ai primi cinque posti per numero di reati accertati Cosenza, Salerno, Palermo, Foggia e Potenza. Un numero di illeciti che nel complesso continua ad aumentare e che si somma agli 81.464 già accertati sul territorio nazionale tra il 2006 e il 2019. I numeri del 2021 andranno a ingrossare ulteriormente le statistiche, restituendo un quadro sempre più preoccupante.

“Gli incendi sono un fenomeno complesso la cui soluzione necessita un approccio scientifico e la conoscenza delle cause scatenanti  - commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - Occorre più prevenzione a tutti i livelli a partire dall’informazione e dalla collaborazione dei cittadini, ma anche investimenti in uomini, mezzi e tecnologie innovative. Serve inoltre verificare se tutta la filiera istituzionale e le responsabilità disegnate dalla legge quadro sugli incendi boschivi, la 353/2000, funziona e se viene applicata a dovere anche dopo il passaggio delle competenze dell’ex Corpo Forestale dello Stato ai Carabinieri e ai Vigili del Fuoco. L’aumento dei reati di incendio doloso e colposo, gli ettari di patrimonio boschivo che ogni vanno in fumo mettono a rischio le persone e il capitale naturale del Bel Paese, rischi che aumenteranno per effetto del cambiamento climatico su cui bisogna agire con decisione”.

Le cause (e le possibili soluzioni) degli incendi estremi

Le cause alla base degli "incendi estremi" sono differenti e incidono in percentuali diverse a seconda dei territori in cui i roghi si sviluppano. Le componenti del fenomeno vanno dalla mancata prevenzione e scarsa applicazione della legge quadro sugli incendi boschivi 353/2000, all'assenza di gestione dei territori agro-silvo-pastorali sempre più infiammabili passando per i cambiamenti climatici e ovviamente le cause dell'innesco, come detto spesso doloso. Per Legambiente, però, l'emergenza incendi nasce "dall'interazione tra eventi con una dimensione spazio-temporale estremamente diversa: dalla contingenza di una vettura che prende fuoco a bordo strada, ai cambiamenti decennali dell’uso del suolo a scala di paesaggio, al riscaldamento globale in atto dalla fine dell’800".

Un mix che rende ancora più complesso trovare soluzioni, ed è necessario mettere a punti piani a livello governativo che tengano conto di tutti i fattori in gioco. Insieme con la Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale, Legambiente ha messo sul tavolo una serie di proposte che vanno da un coordinamento centrale per la gestione delle emergenze ai piani forestali di indirizzo territoriale, passando per l'integrazione della politica forestale con quella agricola (in particolare l'utilizzo del fuoco per le colture) e il pascolo prescritto. Che è l'utilizzo dei pascoli, principalmente ovini che si alimentano preferenzialmente di parti legnose o alte delle piante, come strumento di gestione ecologicamente ed economicamente sostenibile per la riduzione dei carichi di combustibili.

Fonte Today.it

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