Corsi di formazione, Iraps sotto inchiesta: sequestrati beni per oltre 430 mila euro
Il sequestro è stato disposto in relazione a somme di denaro, beni mobili ed immobili per un valore complessivo pari a circa 431.000,00
La Procura della Repubblica di Catania ha avviato un'indagine sull'ente professionale Iraps, aggiudicatario dell'appalto per il servizio di "rafforzamento delle capacità d'azione delle autorità per l'amministrazione della giustizia della Regione siciliana" per ciò che riguarda la Procura di Palermo, il Tribunale e la Corte d'Appello di Catania.
A carico dell'Iraps la Guardia di finanza ha eseguito un decreto di sequestro preventivo per equivalente, su provvedimento del Gip, a garanzia delle somme che dovessero risultare percepite indebitamente dall'ente.
Si tratta di un appalto del valore di 1.230.660,00 euro finanziato attraverso il Fondo Sociale Europeo, avente quale scopo principale quello di fornire a ciascun Ufficio Giudiziario una struttura organizzativa moderna, in grado di rispondere alle richieste ed esigenze della cittadinanza e dei diversi utenti, attraverso una serie di attività volte alla semplificazione, trasparenza e razionalizzazione dei processi organizzativi interni nonché alla formazione del personale amministrativo con particolare riferimento all’utilizzo delle tecnologie informatiche.
Le attività investigative hanno tratto spunto dalla segnalazione effettuata alla Procura della Repubblica dal Presidente della Corte d’Appello e dal Presidente del Tribunale di Catania i quali, con note congiunte, rappresentavano la sostanziale assenza di attività oggetto dell’appalto e di conseguenti risultati valutabili, nonostante risultassero erogati fondi pubblici in favore dell’Iraps. sulla base di Stati di Avanzamento Lavori presentati dal predetto ente alla Regione Siciliana.
Gli accertamenti effettuati dalla Guardia di Finanza su delega della Procura della Repubblica di Catania hanno riguardato le attività svolte dall’I.R.A.P.S. presso gli uffici giudiziari catanesi, con particolare riferimento allo Stato di Avanzamento Lavori alla data del 31.10.2010.
Le indagini hanno evidenziato che l’ente aggiudicatario dell’appalto, occultando alla Regione Siciliana il mancato rispetto degli impegni assunti nell’espletamento delle attività oggetto del servizio, nonché riportando nel predetto S.A.L. costi relativi a spese non realmente sostenute alla data del 31.10.2010 o, in taluni casi, addirittura fittizie, induceva in errore l’ente pubblico sulla effettività delle attività svolte presso la Corte d’Appello ed il Tribunale di Catania nonché sul reale sostenimento di parte delle relative spese, così ottenendo l’erogazione di ulteriori somme, oltre quelle già percepite a titolo di anticipazione, nonché l’estensione del finanziamento di un ulteriore quinto del prezzo dell’appalto cui seguiva la corresponsione di un’anticipazione pari al 50% dell’incremento ottenuto.
A tale condotta, qualificabile come truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ha contribuito – secondo le valutazioni della Procura accolte dal Giudice - Concetta Cimino, Responsabile Unico del Procedimento designato dalla Regione Siciliana, avente il compito di sovrintendere alla regolarità delle attività oggetto di aggiudicazione da parte dell’I.R.A.P.S.
Il sequestro è stato disposto in relazione a somme di denaro, beni mobili ed immobili per un valore complessivo pari a circa 431.000,00 euro appartenenti a Francesco Cavallaro (direttore amministrativo dell’Iraps), Filippa Colombino (legale rappresentante dell’I.R.A.P.S.) e Concetta Cimino.
L’Iraps risulta già coinvolto nella recente indagine denominata “Pandora” relativa all’illecita appropriazione di finanziamenti pubblici destinati alla formazione professionale, indagine che ha determinato l’emissione di ordinanze di custodia cautelare nei confronti del Cavallaro e della Colombino.