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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Inchiesta appalti rifiuti, ex ragioniere del Comune chiede il patteggiamento

Al centro dell'inchiesta, le indagini della Dia di Catania sulla controversa assegnazione dei lavori per la raccolta dei rifiuti a Catania che dopo un intervento del Tar ha sospeso il vecchio appalto valido fino al 2016 e ne ha realizzato uno 'ponte' visto che tre gare erano andate deserte

E' stata aggiornata a giovedì prossimo l'udienza preliminare davanti al Gup Giovanni Cariolo sull''inchiesta 'Garbage affair' nata da indagini della Dia di Catania, diretta da Renato Panvino, su un appalto per la raccolta di rifiuti per conto del Comune da 350 milioni di euro. Il giudice dovrà decidere su eventuali riti abbreviati e sulla richiesta di rinvio a giudizio degli imputati. Si comincerà con la requisitoria della Procura.

E' pendente davanti al Gup Pietro Nunzo Currò il procedimento per il patteggiamento di due degli imputati: 4 anni di reclusione per Orazio Fazio, funzionario del Comune di Catania, e 3 anni e 4 mesi per l'imprenditore Antonio Deodati. Oggi c'è stata una terza richiesta: i legali dell'ex ragioniere generale del Comune, Massimo Rosso, hanno ipotizzato due anni e 8 mesi per il patteggiamento.

I Pm Fabio Regolo e Alessandra Tasciotti hanno ottenuto un rinvio per la valutazione e la riserva sarà sciolta dalla Procura lunedì. Al centro dell'inchiesta, coordinata dal procuratore Carmelo Zuccaro, dall'aggiunto Sebastiano Ardita e dai sostituti Fabio Regolo e Alessandra Tasciotti, le indagini della Dia di Catania, diretta da Renato Panvino, sulla controversa assegnazione dei lavori per la raccolta dei rifiuti a Catania che dopo un intervento del Tar ha sospeso il vecchio appalto valido fino al 2016 e ne ha realizzato uno 'ponte' visto che tre gare erano andate deserte. Un appalto da circa 350 milioni di euro in tre anni.

E su quello, sostiene la Procura, avevamo messo occhi e mani aziende del settore, con passaggi di società, irregolarità amministrative non riscontrate da funzionari comunali compiacenti, che, emerge da indagini della Dia, ottenevano regali costosi, come il pagamento dell'affitto di una casa a Roma, e assunzioni nelle società degli imprenditori indagati.

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