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Al via la scuola, tra le novità: si studierà il dialetto siciliano?

Oggi, primo giorno di scuola per gli studenti siciliani. Da quest'anno si potranno cimentare anche con la Storia del dialetto siciliano. Abbiamo raccolto l'opinione della dott.ssa Camilleri, dirigente scolastico del noto Liceo Classico "Mario Cutelli"

Oggi, primo giorno di scuola per gli studenti siciliani, tra novità che fanno discutere. Se a livello nazionale, si sono aperti i cancelli delle scuole già a partire dall’inizio di questa settimana all’insegna delle proteste contro i tagli del Governo, in Sicilia, ci sono anche altre sorprese che attendono ragazzi e professori. Da quest'anno insieme a matematica, italiano e geografia potranno cimentarsi anche con la Letteratura siciliana e la Storia del dialetto.

Quella di introdurre le nuove discipline è stata una iniziativa del MPA del governatore Raffaele Lombardo, ma così come chiarisce l’Assessore regionale all’Istruzione, Mario Centorrino, si tratta - per via dell’autonomia scolastica -  di una decisione facoltativa, dato che è rimessa alle stesse scuole elementari, medie, superiori, la scelta di integrare 4 ore settimanali, per esempio, ai corsi di storia e italiano per le nuove materie.

E come hanno reagito le scuole catanesi? Abbiamo chiesto un'opinione sull'introduzione delle nuove materie alla dott.ssa Rosetta Camilleri, dirigente scolastico del noto Liceo Classico "Mario Cutelli" di Catania. Siamo rimasti colpiti dall’ingerenza della politica nella libertà d’insegnamento - spiega la dott.ssa Camilleri - anche perché la metodologia da noi utilizzata, per esempio nella storia, è quella di partire dal vissuto dell’alunno e dell’ambiente che lo circonda, per poi spaziare",  chiarisce il dirigente scolastico, sostenendo che non sia necessario attivare moduli specifici, anche perché sarebbero necessari dei finanziamenti per formare i docenti ai quali dovrebbe esser affidato l’insegnamento . “Si tratta di scelte che devono esser prese in maniera condivisa, concordata con le scuole e non calate dall’alto. Non vorremmo avvicinarci ad una mentalità di ghettizzazione”, conclude la dott.ssa Camilleri.

Tra gli studenti, invece, discordanti sono i pareri. V.A., studentessa, per esempio, crede che l’insegnamento di queste discipline sia un ottimo metodo per tramandare secoli di cultura. “La storia è soprattutto un aspetto molto interessante della cultura siciliana per via delle innumerevoli popolazioni che hanno dominato la nostra isola e lasciato segni ancora visibili nel tempo e interessantissimi da studiare”.

Al contrario, lo studente G. D., ritiene che questa sia l’ennesima trovata. “Bisogna puntare l’attenzione sulle cose che continuano a non funzionare nelle nostre scuole: che dire di quegli insegnanti ancora poco preparati o della mancanza di finanziamenti a sostegno degli studenti meritevoli o di quelli che provengono da famiglie più disagiate?”.

 

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