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Cronaca

Confcooperative e Legacoop criticano le scelte della Regione sulla parità di genere nel cda dell'Irca

I rappresentanti di categoria avevano presentato una nota formale nella quale si proponeva una quota di genere per le parti private con diretta designazione, ed una al Governo

"Leggiamo dichiarazioni di autorevoli esponenti della maggioranza che, forse anche allo scopo di smorzare le polemiche nate dall’assenza di donne nella Giunta Musumeci, annunciano trionfalmente che, con l’approvazione del ddl 893, finalmente la parità di genere “entra” nel cda degli enti e società della Regione. E’ proprio così? Non proprio e per diverse ragioni. Infatti la norma votata (in verità con qualche contestazione) riguarda solo il cda dell’Irca e non, in generale, gli “Enti e società della Regione”.

E' quanto affermano in una nota Gaetano Mancini di Confcooperative Sicilia e Filippo Parrino di Legacoop Sicilia.

"Ma soprattutto - continuano - la norma approvata non impegna assolutamente il Governo a designare componenti di genere nel cda dell’Istituto. Mentre, invece, paradossalmente, impone alle sole parti imprenditoriali la rappresentanza di genere, con una doppia designazione, uomo e donna, riservando al Governo la facoltà di scelta dell’uno o dell’altra. Quindi, non solo il Governo impegna parti terze nella designazione della componente di genere senza impegnare se stesso, ma addirittura si riserva il diritto di scelta della (o delle) donne da nominare. Questo criterio impedisce la naturale e libera determinazione delle parti, ed è stato da noi contestato con una nota formale del 29 dicembre nella quale, insieme all’intero movimento artigiano, proponevamo che si attribuisse una quota di genere alle parti private, ma con diretta designazione, ed una al Governo. Quindi avevamo proposto una quota del 40% di genere, ovverosia doppia rispetto alla previsione di legge che si ferma al 20%. Siamo rimasti ovviamente inascoltati e per questo motivo ritireremo, per dare un preciso segnale, i nostri delegati nell’attuale cda dell’Ircac. Li ritireremo nonostante essi abbiamo svolto (da soli) molto bene il loro compito, dando all’Istituto l’assetto indispensabile per il suo funzionamento, adottando il 118 e mettendo l’istituto nelle condizioni di superare le criticità ereditate, facendo quello che altri analoghi enti non hanno fatto. Poi staremo a guardare. Siamo infatti molto curiosi - concludono- di vedere quali saranno le scelte nella designazione dei tre rappresentanti del Governo in . Ci saranno delle donne o saranno ancora una volta solo uomini? E siamo anche curiosi di vedere quali saranno i criteri che si adotteranno nella individuazione dei due componenti di parte datoriale, se prevarrà l’analisi dei curricola, se prevarrà cioè il merito, o più semplicemente se saranno gli accordi politici a determinare le scelte. Noi guarderemo che succederà. Poi, di conseguenza, adotteremo le nostre determinazioni".

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