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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Artisti in crisi per il Coronavirus, Sonny Deejay: "Chiediamo regole per ripartire"

Concerti e serate in discoteca sono stati spazzati via dalle norme anti-contagio e non è ancora disponibile una data certa per la ripresa delle attività degli artisti

Uno dei tanti settori duramente colpiti dalla crisi legata al Coronavirus è quello dello spettacolo. Concerti e serate in discoteca sono stati spazzati via dalle norme anti-contagio e non è ancora disponibile una data certa per la ripresa delle attività degli artisti. Per comprendere meglio l'entità del "danno", abbiamo rivolto alcune domande ad un noto dj catanese: Santo Fisichella, meglio cononsciuto come "Sonny Deejay". Nei suoi 19 anni di carriera ha collezionato centinaia di date in tutta Italia ed è "resident" in locali catanesi come Le Capannine, Hangar ed Ecs Dogana.

Il settore dello spettacolo è uno dei più colpiti dalla crisi attuale. A quando risale l’ultima tua attività lavorativa?

"Quando è iniziata la pandemia siamo stati i primi a chiudere. Ad oggi non si sa quando potremmo ripartire. Nel nostro settore non ci sono solo dj, vocalist e pr. Dientro le quinte lavorano migliaia di tecnici audio, barman, sicurezza e tutto ciò che serve nel mondo della movida, quindi è facile immaginare quante famiglie vivano adesso una condizione di disagio. Il mio ultimo dj set risale al 29 febbraio ed in seguito non ho più lavorato.

Facendo un rapido calcolo, è possibile quantificare il lavoro perso?

"Personalmente, da marzo a maggio ho perso la bellezza di 45 date di dj set, tra club ed eventi musicali generici. Soldi che nessuno potrà mai rimborsare. Siamo stati subito emarginati, come se fossimo una delle cause principali del contagio. Il governo italiano ad oggi non da speranza e ne futuro al nostro settore".

E’ stato possibile beneficiare degli aiuti statali?

"Purtroppo non tutti hanno ricevuto l'indennizzo dell'Inps, il famoso bonus da 600 euro. Io fortunatamente sono riuscito ad ottenere il contributo statale, ma l'80 per cento dei colleghi ha ancora la domanda in lavorazione, senza ricevere alcuna spiegazione".

La tua attività musicale è continuata in questi mesi di isolamento?

"Diciamo di si. Insieme ai miei colleghi abbiamo cercato di fare dei live set in streaming su facebook, in modo da regalare un po' di distrazione e serenità alla gente a casa e combattere questa depressione da lockdown. E' naturale che ci sia in questo molta difficoltà, perchè l'arte del dj è contatto col pubblico, essendo un mondo di sensazioni e impatto musicale verso chi hai davanti, e non una webcam".

Hai pensato di mollare tutto o pensi di riuscire a tenere duro fino a quando le cose non si sistemeranno?

"Non ho pensato di mollare, perchè dopo 19 anni di attività non ti viene in mente di buttare tutto all'aria. Ma sono e siamo consapevoli che non sarà facile sopportare questa crisi economica a lungo termine, perché non abbiamo nessuno aiuto da parte dello Stato. Abbiamo solo la certezza che noi non riapriremo a breve.  Questo ci mette in difficoltà nell'immaginare il prossimo futuro. In altri settori hanno subito cercato di trovare delle soluzioni a livello di precauzioni. Per la nostra categoria non è stato ancora prospettato uno piano sulla riapertura degli eventi musicali".

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